Chiamare le cose con il loro nome.
1. Le cose bisogna chiamarle con il loro nome: non c’è nessun “salvataggio”, “accordo quadro”, “unica soluzione possibile”, queste parole sono tutte depistaggi. La verità è semplice il PD sta inglobando Aimag in Hera definitivamente. Tutto il complicato intrico di dettagli tecnici con cui la faccenda viene descritta ultimamente ha il solo scopo di alzare una cortina fumogena per confondere e rendere indigesta la questione all’opinione pubblica (concambio azionario, newco, ecc.). Se verrà completato l’iter in corso di approvazione nei consigli comunali in queste settimane non ci sarà più alcun controllo pubblico sul governo dei servizi acqua gas rifiuti nell’area Modena Nord. Nel cda della nuova Aimag, Hera avrà una maggioranza strutturale. Del resto Hera ha già scritto nei suoi documenti aziendali che Aimag è ormai una sua filiale e ne ha il pieno controllo (quando serve agli azionisti le cose si devono dire).
La modifica proposta sarà la pietra tombale della nostra azienda pubblica.
2. Hera oggi ha già la maggioranza del cda di Aimag dal giugno 2023, quindi governa già Aimag a modo suo. Ciò è avvenuto perché i sindaci dei Comuni delle Terre d’Argine sono usciti dal patto di sindacato con gli altri comuni soci ed hanno formato una maggioranza con Hera, che al momento detiene solo il 25% delle azioni di Aimag. Per ora, teoricamente, i comuni potrebbero riprendere il controllo dell’Azienda, ma per farlo dovrebbero rimettere insieme le loro azioni formando una nuova alleanza (detta “patto di sindacato”), perché soltanto unite le loro azioni valgono il 65%. Dopo che la modifica in corso sarà ratificata, il “colpo di mano” diventerà irreversibile, non si potrà più tornare indietro. La nostra Azienda pubblica locale smetterà di esistere come realtà indipendente (un patrimonio pubblico di circa 400 milioni di euro si dissolverà nel bilancio di Hera, 5-600 dipendenti cambieranno datore di lavoro, l’enorme volume di affari che Aimag riversa sull’economia locale sarà tutto da rivedere).
I carpigiani hanno detto NO tre volte.
3. Righi è il terzo sindaco che il PD carpigiano incarica di portare a termine la distruzione dell’Aimag, ma nel frattempo i cittadini del Comune di Carpi hanno votato ben tre volte per opporsi a questa operazione, rinfreschiamo la memoria:
– nel 2008, venne indetto un referendum comunale per abrogare la vendita del 25% di azioni Aimag ad Hera. Votarono circa 12.000 elettori, con netta maggioranza dei contrari a tale vendita (considerata giustamente l’inizio della procedura di privatizzazione) nonostante la propaganda favorevole del PD.
– nel 2011 si tenne il referendum nazionale contro la privatizzazione del servizio idrico, a Carpi votarono circa il 70% degli elettori con larga maggioranza contro la privatizzazione (il referendum superò il quorum anche a livello nazionale).
– nel 2017, essendosi aperto un nuovo tormentone su che partner industriale avrebbe dovuto fondersi con Aimag, venne indetto un nuovo referendum comunale in cui praticamente tutti i votanti furono contrari a qualsiasi ipotesi di fusione di Aimag con altre aziende. Questo referendum non raggiunse il quorum, ma vi parteciparono più di 14.000 cittadini nonostante il boicottaggio evidente di istituzioni e partiti. Va detto che il successivo Patto di sindacato tra Comuni, rinnovato pochi mesi dopo il referendum, si conformava al risultato del referendum e le idee di fusione di Aimag vennero accantonate.
Non è una soluzione, non è un salvataggio.
4. L’incorporazione di Aimag in Hera è una fregatura, non un “salvataggio”, non “l’unica soluzione possibile” o altre stupidaggini sentite in questi giorni. Noi del Comitato acqua pubblica e i cittadini informati della questione eravamo (e siamo) contrari perchè:
– non crediamo di vedere nel futuro, ma sappiamo quello che è successo (nel recente passato) ovunque sono state fatte incorporazioni di aziende pubbliche locali; Report-RAI ha fatto innumerevoli servizi sui disastri compiuti dalle finanziarie che si sono mangiate le aziende municipalizzate dei servizi acqua-gas:
– è noto che tutti i sindaci dei comuni in Hera non hanno più nessun modo di incidere sul governo dell’azienda, non riescono nemmeno a soddisfare semplici legittime richieste locali. All’epoca del primo referendum comunale (2008) alcuni sindaci scesero dall’Appennino a Carpi proprio per testimoniare le promesse che Hera non aveva mai mantenuto;
– Hera è un’azienda che risponde agli azionisti di borsa, non si sa nemmeno chi sono ma si sa che essi determinano la gestione operativa e che l’Azienda deve massimizzare il profitto, non rispondere alle esigenze del territorio (cioè utenti, o aziende locali, ambiente, ecc.);
– potremmo scrivere pagine su questo, ma valga per tutti l’esempio che il comune di Forlì, in dissenso con Hera sulla gestione dei rifiuti, ha dovuto uscire da Hera e farsi un’azienda propria per risolvere il problema (con notevole sforzo economico).
Tutto questo i carpigiani lo sanno da tempo, solo i sindaci fingono di non saperlo.
Io so, noi sappiamo. Facciamo come Pasolini
5. La dissoluzione di Aimag in Hera è una decisione già presa nel 2007 dal PD di Carpi e Modena, attenzione, questo chi lo dice? Non ci sono prove, non ci sono indizi, ma le persone interessate alla questione dovrebbero fare come faceva Pasolini negli anni settanta. Io so, tutti quelli del Comitato e quelli che si sono interessati alla vicenda sappiamo.
Non siamo intellettuali, e neanche scrittori, ma chi “… cerca di seguire tutto ciò che succede […] di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi […], ristabilisce la logica […]”. E i fatti quali sono?
– fin dall’inizio (2007) la vendita del 25% di azioni Aimag ad Hera fu propagandata come “ricerca di un partner industriale”. In realtà fin dall’offerta di acquisto azionario, Hera non propose nessun piano industriale di collaborazione. Hera offriva di comprare il 25% di Aimag “in attesa di comprare anche il resto”. Non era un piano industriale era un progetto d’acquisto (si può fare un accesso agli atti di gara per verificare).
– la presunta “collaborazione di Hera con Aimag fu infatti più ostruzionismo che altro, tanto è vero che ad un certo punto i Sindaci decisero di estromettere i due consiglieri di minoranza Hera dal cda di Aimag.
– il referendum comunale del 2008 (anche se non raggiunse il quorum) unito al referendum nazionale del 2011 (che superò il quorum sia a Carpi che in Italia), ebbero l’effetto di sospendere la scalata di Hera ad Aimag.
– appena spenta l’eco del referendum, nel 2014 tra i sindaci (promotore Carpi) si ricominciò a parlare di fusione di Aimag con Hera, allora il comune di Mirandola si fece promotore di una raccolta di “manifestazioni di interesse” che dimostrò l’esistenza di almeno 7 grandi aziende che proponevano svariate forme di collaborazione con Aimag.
– per scongiurare qualsiasi progetto teso a snaturare la forma pubblica e indipendente di Aimag, il Comitato acqua pubblica raccolse le firme una seconda volta, e a Carpi venne indetto un nuovo referendum comunale. Si votò il 10 settembre del 2017, e più di 14.000 votanti si espressero quasi ad unanimità per la contrarietà a qualsiasi ipotesi di fusione di Aimag con altri. E’ vero che non venne raggiunto il quorum, ma sostanzialmente quando i sindaci dei comuni soci di Aimag rinnovarono il patto di sindacato gli stessi sindaci (tutti) si conformarono alla volontà espressa dai cittadini di Carpi; le ipotesi di fusione vennero accantonate.
– nel 2023 i sindaci PD delle Terre d’Argine (col sostegno dei dirigenti PD provinciali) sono usciti dal patto di sindacato (cioè hanno frantumato la maggioranza pubblica di Aimag che i Comuni soci avevano soltanto se alleati) hanno aggiunto le loro quote azionarie a quelle di Hera, ed hanno eletto il cda di Aimag con una maggioranza determinata da Hera. In teoria una ricostituzione dell’unità tra sindaci riporterebbe il controllo dell’azienda ai comuni (che detengono ancora il 65% delle azioni, tutti uniti), ma con la modifica che sta per essere approvata ciò non sarà più possibile.
Cambiano i sindaci eppure…
6. Perchè passano gli anni, cambiano i sindaci, i cittadini votano contro, ma chi ha compiuto tutti i passi che ci hanno portato a questo punto sono sempre i sindaci PD di Carpi e Soliera? Esattamente questa ragione non la so, ma logica dice che le motivazioni di questa operazione non possono che essere meschine e/o vergognose. Sfera di cristallo? No, unire i puntini: se ci fossero motivazioni ragionevoli ed oneste, in diciotto anni ci sarebbe stato tutto il tempo di esporle e spiegarle. Se ci fossero motivazioni logiche i sindaci andrebbero a spiegarle anche in questi giorni ovunque si parli di Aimag, soprattutto in termini critici come avvenuto in diverse assemblee nei giorni scorsi.
Invece i sindaci (specialmente quelli più attivi nel muovere i passi verso l’incorporazione) rifuggono il confronto come la peste, evitano di parlarne, non hanno previsto alcun momento di condivisione con i cittadini (in particolare a Carpi, dove i cittadini si sono mostrati particolarmente sensibili all’argomento). Invece tutte le motivazioni addotte negli anni (di solito alla stampa) dai sindaci PD di Carpi e Soliera per giustificare l’incorporazione di Aimag in Hera si sono rivelate, false, pretestuose, inverosimili. Breve riassunto:
– nel 2007 si agitava lo spauracchio delle “gare del gas”, in realtà a distanza di vent’anni di queste gare (non avvenute) non si parla quasi più. In ogni caso è poi emerso che anche nel caso di perdita della concessione del servizio distribuzione gas, le compensazioni per la cessione della rete avrebbero portato in cassa ad Aimag decine di milioni da reinvestire in altri settori.
– nel 2014 si diceva che Aimag aveva dimensioni insufficienti a proseguire la sua mission, ma ben sette aziende di varia dimensione manifestarono interesse a svariate forme di collaborazione con la stessa Aimag. In realtà questo limite dimensionale non esiste.
– nel 2023 quando i Sindaci di Carpi e Soliera ruppero il patto di sindacato, nei consigli comunali spiegarono il gesto contestando l’acquisto di Soenergy, il conseguente (ovvio e naturale) indebitamento, e millantando che il bilancio di Aimag era sull’orlo del fallimento. In realtà il bilancio di Aimag aveva gli stessi (limitati) problemi che tutte le aziende del settore energia ebbero nello stesso periodo a causa della guerra.
– il bilancio di Aimag ha cominciato ad avere problemi, guardacaso, proprio nel momento in cui la gestione dell’Azienda è andata ad un cda a maggioranza Hera: nel 2023 nessun dividendo è stato distribuito ai Comuni soci.
– i dati del bilancio 2024 vengono tenuti tuttora nascosti ancora oggi che siamo in aprile 2025, riprova che Aimag non è più….pubblica.
Facciamo ricorso a chi scrive il dizionario.
7. La vicenda contiene tanti passaggi oscuri che in molti invocano l’intervento della magistratura, non sono esperto di questo aspetto, nel Comitato non approfondimmo questa parte. Però l’idea per un esposto legale ce l’avrei, io farei un ricorso presso la Zingaretti, casa editrice di uno dei principali dizionari della lingua italiana. Nell’esposto chiederei di vietare al PD di usare la parola “democratico”. Come può pretendere di chiamarsi “democratico” un partito i cui sindaci si permettono di andare pervicacemente contro la volontà espressa dai propri cittadini chiaramente tre volte in meno di dieci anni, certo con misure diverse dovute al boicottaggio (degli stessi sindaci), ma sempre ineccepibilmente contrari ad ogni idea di smembramento/fusione/trasformazione della propria azienda pubblica gas-acqua-rifiuti.
8. Io credo che i carpigiani (e anche i cittadini degli altri comuni soci di Aimag, in verità) abbiano il diritto di sapere che i loro sindaci stanno per prendere una decisione gravissima, priva di buon senso, priva di ragioni oggettive confessabili, contraria ai numerosi pronunciamenti referendari avvenuti sempre sullo stesso tema, in anni recenti. Sarebbe bello se alcuni dei 14 mila cittadini che votarono nel 2017 per impedire la fusione di Aimag con chiunque scrivessero nei propri social un post con titolo “Scusi Sindaco: rispetti il mio voto!” Oppure che inviassero i propri commenti ai comitati attivi nel contrastare questa operazione:
FB – Carpi per la giustizia climatica e sociale
FB – AIMAG per il territorio
FB – Comitato per l’acqua pubblica
Roberto Galantini, portavoce del Comitato acqua pubblica che raccolse le firme per l’indizione dei referendum comunali del 2008 e del 2017