Dopo la positiva e decennale esperienza maturata a Modena, ha finalmente aperto le porte anche a Carpi, in via don Minzoni 1/B, il Centro Salute del Migrante e del Senza Dimora. Un vero e proprio servizio di medico di base fortemente voluto dalle due associazioni Porta Aperta di Modena e Carpi. Un progetto nato con la collaborazione di Ausl e Comune di Carpi e reso possibile grazie alla preziosa disponibilità di una decina di medici in pensione che si alterneranno per dare continuità al servizio.
“Il Centro, che sarà aperto ogni mercoledì mattina, – spiega Omar Sala, presidente di Porta Aperta Carpi – accoglierà tutti quei soggetti che, ad oggi, non sono tutelati dal servizio sanitario nazionale, ovvero i senza dimora, italiani e stranieri, i richiedenti asilo e coloro che non hanno il permesso di soggiorno”. Persone dunque, gli fa eco il presidente di Porta Aperta Modena, Alberto Caldana, “che essendo prive di residenza sono sprovviste del tesserino sanitario fondamentale per richiedere un medico di famiglia e per avere garantito l’accesso alle prestazioni sanitarie”. Il centro offrirà dunque un duplice vantaggio, proseguono i due, “da un lato tutelerà la salute di tutti, come prescritto dalla nostra Costituzione, e dall’altro eviterà di intasare i Pronto Soccorso e di ricorrere all’ospedalizzazione con patologie ormai cronicizzate. Prima di essere indirizzati verso eventuali visite specialistiche poi, grazie al centro di Modena, saremo in grado di fare da filtro, effettuando alcuni screening, qualche analisi e delle ecografie dal momento che ci è stato donato un ecografo dal Laboratorio Test di Modena. Di fatto dunque questo centro rappresenta un servizio per tutta la collettività”. Grazie alla disponibilità di sette medici volontari coordinati dal “capitano” Giorgio Verrini e di altri quattro volontari che si occuperanno di curare l’accoglienza e l’attività di segreteria, il Centro prevede in fase di avvio un’apertura a settimana che si stima sarà rapidamente ampliata a 2, 3 aperture settimanali. “Ci aspettiamo qualche centinaio di utenti ma in corso d’opera saremo in grado di dare numeri più precisi e di tarare al meglio la nostra attività anche a fronte dell’apertura della stagione estiva quando nelle campagne della Bassa arriveranno numerosi braccianti” conclude Sala. Una risposta “ai cittadini più fragili – aggiunge Stefania Ascari, direttrice Ausl del Distretto di Carpi – che andrà avanti grazie a una collaudata squadra di medici rivelatasi già preziosa durante la pandemia e che ora ha deciso di lanciarsi in questa avventura anche a fronte del bell’esempio offerto dai propri colleghi a Modena”.
Da tempo, aggiunge Tamara Calzolari, assessore ai Servizi sociosanitari di Carpi, “volevamo dare una casa e un luogo di salute a chi non ha un accesso completo ai sevizi. Il Centro, attiguo a un luogo che si occupa di sostegno alimentare, è un ulteriore tassello di quella rete tesa a dare una risposta completa ai più fragili, compresa la redistribuzione dei farmaci recuperati e ancora utilizzabili grazie al progetto Farmaco eco-solidale”. Anime del centro saranno i medici in pensione che, anziché appendere il camice al chiodo, hanno deciso di rimettersi in gioco come spiega il dottor Verrini: “durante la fase acuta del Covid abbiamo costruito una squadra affiatata e ora il gruppo (composto dai medici Verrini, Vittadini, Girotti, Pavesi, Montanari, Ragazzoni, Coccapani e dalla radiologa Federica Ferrari) scende nuovamente in campo per supplire a un vuoto. Questo servizio infatti dovrebbe essere erogato dall’Ausl ma i tagli e la mancanza di medici non glielo consente e quindi lo ha appaltato a noi volontari. Credo che la mission di ogni essere umano sia quella di contribuire alla diminuzione delle differenze sociali e qui ci faremo carico degli invisibili… Siamo grandi, grossi e vaccinati: siamo pronti”.
Jessica Bianchi