Aimag, tolti i veli ecco quali restano le questioni da chiarire

“Non ci sono alternative” è stato detto, ma se ci fossero, Aimag le merita e occorre pretenderle o costruirle.

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Era il 2009 quando a Hera fu concesso di piantare la propria bandiera in Aimag e da allora ha conservato il 25% delle azioni beneficiando degli utili senza ritagliarsi il ruolo di partner industriale ma condizionandone il destino. A distanza di quindici anni, ha deciso di passare dalla posizione defilata a un ruolo di primo piano. L’imposizione con irruenza nel 2023 aveva provocato reazioni avverse, mentre la disponibilità al confronto è stata accolta favorevolmente dalla proprietà pubblica dei ventuno comuni soci (Terre d’argine, bassa modenese e bassa mantovana) che detengono la maggioranza di Aimag.

Nel gennaio scorso i Consigli di Amministrazione di Aimag e Hera sono così pervenuti a una proposta di accordo che, nel caso dei Comuni soci, dovrà ottenere l’approvazione dei Consigli comunali.

Innanzitutto occorre sgomberare il campo dalle motivazioni legate alle difficoltà finanziarie e all’indebitamento a cui tutte le società del settore (gas, acqua, rifiuti, elettricità, idrico) devono far fronte: il bilancio 2024 non è ancora stato approvato ma, lo hanno detto anche i Sindaci nella recente conferenza stampa, non si tratta di un’’operazione salvezza’. Nelle loro intenzioni, l’obiettivo è quello di ‘dare un futuro industriale ad Aimag, puntando sull’idrico’.

Cosa prevede la proposta? In parole semplici, che sia creata una nuova società in cui Hera trasferisce la sua parte di attività di servizio idrico del modenese: il 55% della nuova società resterà in mano a Hera che cederà il restante 45% ad Aimag. Quando ci sarà la gara per l’affidamento del settore idrico, sarà Aimag a partecipare dopo che, per anni, ha dovuto fare i conti con Hera la quale gestisce i due terzi del territorio modenese. Lo stallo non è mai stato superato per il fatto che chi vince deve indennizzare chi perde. Da parte sua, Aimag che ad oggi è di proprietà pubblica, dovrebbe cedere il controllo a Hera che salirebbe dal 25 al 41% mentre la proprietà pubblica scenderebbe dal 65 al 51%. Si parla di cessione del controllo perché nel Consiglio di Amministrazione (4 nomine del socio pubblico e 4 nomine di Hera, tra cui l’ad) l’amministratore delegato in caso di parità dispone del doppio voto. La maggioranza pubblica dei ventuno comuni potrà controllare l’operato aziendale e di indirizzo strategico attraverso alcuni meccanismi che ha chiesto siano attivati come, per esempio, un nuovo Comitato territoriale di definizione delle strategie e verifica con carattere meramente consultivo.

Nel caso in cui l’accordo dovesse essere approvato, Hera sarà socio di maggioranza nella nuova società SII Hera Modena e avrà il controllo e la governance industriale di Aimag che diventerà gestore unico del servizio idrico nella Provincia di Modena accollandosi i maggiori oneri di miglioramento delle prestazioni e del rinnovo di reti che, ad oggi, presentano un tasso di rinnovo e prestazionale inferiore a quello del territorio Aimag come si evince dai dati pubblicati da Atersir.

L’operazione appare più funzionale a Hera che reperirebbe così quanto necessario a portare la propria quota di partecipazione in Aimag oltre il 40% mediante l’aumento riservato di capitale in natura e acquisirebbe il controllo esclusivo di Aimag senza indebitarsi e senza dover partecipare alla gara e indennizzare l’eventuale perdente. Se si volesse disegnare un’operazione alternativa che fosse equa per entrambe si potrebbe prendere in considerazione un partenariato industriale mediante una newco con quote direttamente proporzionali ai propri asset. Se questa opzione dovesse essere respinta da Hera, perché prioritariamente interessata al controllo esclusivo, e qualora Aimag accettasse di cederlo, allora ciò dovrebbe avvenire con procedura ad evidenza pubblica in modo da valorizzare al meglio le quote cedute.

È evidente, infatti, che le quote restanti in mano pubblica, una volta ceduto il controllo di Aimag, perdono valore di mercato: sarebbe quindi più conveniente per Aimag mantenerne una quota minima necessaria a svolgere funzioni di controllo sulle prestazioni dei servizi sul territorio.

Quello proposto è un accordo congruo per Aimag, società pubblica che vale tra i 250 e i 300 milioni di euro? Per capirlo occorre disporre dei numeri del servizio idrico di entrambe le società, occorre sapere quanto vale il settore idrico a bilancio e quanto rende, cioè se produce margine e in che misura. Per ipotesi, a fronte di una serie di investimenti il servizio idrico potrebbe avere un valore e produrre una marginalità in una società mentre nell’altra potrebbe avere un minor valore, un rendimento inferiore e richiedere investimenti per rinnovi e manutenzioni. Se il valore del servizio idrico di Aimag risultasse performante, avrebbe senso una contropartita che prevede la cessione del controllo e della governance industriale dell’intera società Aimag a Hera? Non sarebbe più rispettosa del valore aziendale una partnership tra le due società preservandone l’autonomia? Toccherà ai due professionisti ai quali i Comuni hanno affidato l’incarico di consulenza, l’avvocato Harald Bonura, esperto in diritto amministrativo, per la parte giuridica e il dott. Davide Di Russo commercialista e revisore Legale, per la parte economico-finanziaria, produrre, analizzare e valutare i numeri del servizio idrico per poi fornire il parere pro-veritate entro il 30 aprile. “Aimag non può perdere l’idrico” è stato detto dai Sindaci nella conferenza stampa, ma su cosa si regge l’affermazione? È stato valutato uno scenario in cui Aimag prosegue l’attività negli altri settori senza la gestione del servizio idrico?  E’ stata valutata la partecipazione alla gara con altro partner e con quote societarie sostenibili reperendo eventualmente le risorse finanziarie dalla cessione di asset non strategici? È stata presa in considerazione l’ipotesi che, allo scadere dell’attuale forma di gestione dell’idrico, Aimag possa usufruire di una eventuale proroga qualora si integri con Sorgea? “Non ci sono alternative” è stato detto, ma se ci fossero, Aimag le merita e occorre pretenderle o costruirle.

 

 

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