Aveva alimentato false speranze la pubblicazione di una determina dirigenziale sull’albo pretorio del Comune di Carpi nella quale si autorizzano “cinque prove penetrometriche” e “prelievi per indagini geotecniche” da parte dei tecnici della ditta Songeo Srl nei terreni, ancora di proprietà privata, su cui dovrà essere realizzato il nuovo ospedale di Carpi.
Un via libera letto da alcuni come uno spedito passo in più verso la posa della prima pietra di un’opera di cui si parla in città da oltre quindici anni. I tempi dell’iter però sono tutt’altro che brevi.
Per quanto riguarda il cronoprogramma per il nuovo ospedale infatti, l’Ausl di Modena precisa che, al momento “è in corso l’Accordo operativo, strumento necessario per apporre il vincolo di pubblica utilità sull’area individuata quale sede di realizzo dell’opera”.
Senza tale vincolo infatti, dopo l’approvazione del Pug – Piano urbanistico generale, su quel terreno vergine, lo ricordiamo, non si potrebbe costruire.
“Una volta stipulato tale accordo, entro la fine dell’anno in corso, – proseguono i tecnici dell’Ausl – si potrà procedere alla propedeutica necessaria fase degli espropri, la cui durata può essere prevista in circa un ulteriore anno”.
Facciamo dunque qualche conto: entro la fine del 2025 dovrebbe essere pronto lo strumento urbanistico (accordo operativo) attraverso il quale l’Azienda Usl di Modena darà il via alla definizione di un raggruppamento temporaneo di progettisti che dovranno produrre tutti i documenti necessari per poter dichiarare, in base alla normativa vigente, il vincolo di pubblica utilità sui terreni che saranno interessati dal cantiere della nuova struttura. Passaggio fondamentale, propedeutico all’acquisizione dei terreni da parte del Comune, sia quelli sui quali concretamente sorgerà il cantiere, sia quelli interessati da opere di urbanizzazione.
Acquisizione che, è bene ribadirlo, fa rima con esproprio, materia assai spinosa anche in considerazione dei precedenti a cui abbiamo assistito in città. Impossibile infatti non ricordare la partita legata alla realizzazione del Parco della Cappuccina dove il prezzo, sottostimato, al metro quadro stabilito dal Comune per l’acquisto dei terreni a qualcuno dei proprietari non è andato giù tanto da spingerlo a ricorrere alle vie legali per strappare così una indennità maggiore. E ora, dopo il pronunciamento del Tribunale in favore dei proprietari, il comune deve sborsare circa 581mila euro. Mica bruscolini.
Ma torniamo ai tempi: la fase espropriativa legata al nuovo ospedale dovrebbe completarsi entro il 2026 dopodiché seguirà un’ulteriore fase di progettazione e quindi la gara di partenariato pubblico-privato che consentirà di individuare il partner privato che si occuperà della progettazione definitiva e dell’esecuzione di tutte le opere. Una formula, quella del partenariato pubblico privato, che apre ulteriori incognite: il quadro economico complessivo del nuovo nosocomio infatti, prevede 126 milioni di euro di investimenti, di cui 57 da fondi statali e regionali e 69 da fondi del privato, cui si aggiungeranno altri 14 milioni per gli arredi e le attrezzature biomediche e informatiche. Ci sarà qualcuno disposto ad accollarsi il rischio? Ma questa è un’altra storia di cui non si parlerà almeno fino al 2028…
Jessica Bianchi