Giorgio Verrini, ‘credo sia doveroso pensare a cinque anni fa’

Il bilancio dopo 5 anni  ci dice che è stato fatto pochissimo. Il Piano Pandemico non è stato aggiornato e solo in queste settimane ne è stata inviata una bozza alle Regioni

0
886

Riceviamo e pubblichiamo il contributo del dott. Giorgio Verrini

Sono passati 5 anni ma sembra un secolo, dal marzo 2020 quando, dopo i primi casi di Covid 19 registrati ad Alzano Lombardo nel bergamasco e accompagnati da notizie e immagini terrificanti provenienti dalla Cina, inizio’ il grande panico chiamato pandemia. Gli Ospedali e chi ci lavorava erano del tutto impreparati: mancavano mascherine (che i vertici aziendali dicevano di usare con parsimonia anche per non spaventare pazienti e visitatori), camici, guanti, disinfettanti, ossigeno e respiratori che si rivelarono fondamentali per salvare molte vite umane. Mancavano i posti letto e soprattutto mancavano spazi per la terapia intensiva. Mancava una regia governativa e sia il Ministro della Sanità sia i vari Governatori Regionali sottovalutarono il grave pericolo rappresentato da un’ epidemia virale diffusa e sconosciuta e quindi fuori controllo. Si parlò di lockdown, di zone rosse, di fabbriche che avrebbero dovuto chiudere …ma poi non chiusero, di scuole che chiusero scoprendo la didattica a distanza, la spietata conta dei contagiati e dei morti che tutti ci propinavano a ogni ora tra i battibecchi di illustri scienziati e professori, ognuno con idee terapeutiche che più diverse non si può. Gli ospedali diventarono luogo di rifugio e di assistenza per tutti ma diventarono ANCHE LUOGO DI CONTAGIO. Di quelli che verranno chiamati eroi, cioè medici e infermieri ne rimarranno infettati 500mila con 379 morti tra i medici, oltre 150 infermieri, senza contare i religiosi, circa 50 tra suore e sacerdoti.

Credo sia doveroso pensare a quel 2020 che, sarà impressione mia, si tende a rimuovere e non solo per il gran clamore che fanno i negazionisti (si’, gli stessi che dicono che la terra è piatta) ma per non dover ammettere che la questione pandemia, in Italia, è stata gestita male dal punto di vista organizzativo allora, e dal punto di vista politico negli anni successivi. Il bilancio dopo 5 anni ci dice che è stato fatto pochissimo: il Piano Pandemico non è stato aggiornato e solo in queste settimane ne è stata inviata una bozza alle Regioni. Ospedali nuovi o adattamenti di Ospedali vecchi (cioè con più spazi, sale operatorie e di rianimazione) se ne parla, si stanziano pochi fondi (vedi la situazione del’Ospedale della nostra città) ma niente di fatto. I Medici lasciano il sistema sanitario pubblico anche prima dell’età pensionabile (circa 4000/anno secondo i dati Onaosi) e lo stesso per gli infermieri: sono 6.2 infermieri ogni 1000 abitanti che è un numero significativamente inferiore alla media europea. Da considerare che l’aumento di stipendio di un infermiere è di 50 euro/ mese, una beffa per chi veniva chiamato eroe solo 5 anni fa e adesso viene pure picchiato in corsia o nei PS. Il dott. Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri afferma “se avessimo una nuova pandemia saremmo come eravamo nel 2020 perché non abbiamo preparato strutture e tecnologie per contrastarla in modo efficiente”.  Riflettiamo quindi e non dimentichiamo quei mesi del 2020 e 21, saremo così in grado di impegnarci attivamente per migliorare il nostro servizio sanitario .

Dott. Giorgio Verrini

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp