Nuova sede per Ero Straniero a Carpi nella zona di via Peruzzi

Il progetto si occupa dell’insegnamento della lingua italiana agli immigrati e non solo. Lo scorso anno sono state 1200 le ore di lezione attivate, sessanta i volontari. Cecilia Anceschi e Franca Ghidoni raccontano cosa è cambiato in questi quindici anni di Ero Straniero. GUARDA LE FOTO

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Nuova sede per Ero Straniero che si è trasferito da via Trento Trieste alla zona di via Peruzzi, dietro al Cimitero Urbano, dove sono stati riadattati gli spazi, a cui si accede dal parcheggio di piazzale Baracchi: in meno di un mese si è provveduto all’allestimento delle aule dove ogni giorno c’è lezione, al mattino, al pomeriggio e alla sera, da ottobre a giugno. Durante la visita ai locali, per la foto di rito interrompiamo le lezioni di due corsi a cui partecipano sette donne, che hanno potuto affidare al servizio di baby sitting (di cui si occupano sei volontarie) i loro tre bambini. Ci sono anche tre giovanissimi bengalesi che sono al corso base e in evidente difficoltà mentre sono alle prese con la parola ‘frutta’. Ero Straniero, la cui sede principale rimane presso la Casa del Volontariato, da quindici anni si occupa dell’insegnamento della lingua italiana agli immigrati, nella consapevolezza che significhi offrire loro uno strumento efficace per diventare cittadini in una società che è sempre più multietnica e in cui le dinamiche della comunicazione sono fondamentali. Attualmente sono 60 i volontari che tengono lezione a 212 studenti provenienti da una ventina di Paesi diversi, tra cui Tunisia, Egitto, Marocco, Pakistan, Bangladesh, Ucraina… c’è anche un cinese. Una decina è in lista d’attesa perché la richiesta è tanta. Gli studenti sono perlopiù giovani e, diversamente da quanto accadeva in passato, per la maggior parte uomini (124). Lo scorso anno sono state 1200 le ore di lezione attivate da Ero Straniero.

“Ai volontari – affermano Cecilia Anceschi e Franca Ghidoni – va il ringraziamento più grande e aspettiamo a braccia aperte chiunque voglia impegnare un po’ del proprio tempo”.

Sono stati Il Mantello cooperativa sociale, Unione Donne Italia (UDI), Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI) e Azione Cattolica a dar vita al progetto che oggi è supportato da una rete di enti e associazioni: la Fondazione Casa del Volontariato, dove si svolgono alcuni corsi di italiano; il Comune di Carpi che concede l’utilizzo gratuito della sede, la Consulta per l’Integrazione e il Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA), con il quale è stato sancito un accordo di collaborazione.

L’utenza è cambiata molto in questi anni – spiegano Cecilia e Franca – perché la prospettiva che hanno non è quella di abitare a Carpi, lavorare e mettere su famiglia qui, come accadeva all’inizio. La scelta di restare favoriva la relazione sul lungo periodo. Oggi siamo di fronte a giovani uomini stranieri che sono in carico alle cooperative sociali, hanno spesso lo status di rifugiati e non resteranno a Carpi per più di un anno. Sono sradicati e con una situazione precaria, collocati in alloggi nelle frazioni con enormi difficoltà di spostamento e poche occasioni di socializzazione. Dall’anno scorso frequentano i corsi anche alcuni minorenni non accompagnati”.

Per loro, Ero Straniero è molto più di un’opportunità per apprendere la lingua italiana. “Qui imparano le regole, a partire da quelle di base: riordinare dopo la lezione, lasciare la sala pulita, collocare i passeggini nell’area assegnata. Poi c’è l’educazione sanitaria, l’educazione stradale e quella ambientale a partire dalla raccolta differenziata. Tante sono le opportunità di crescita formativa attraverso attività di socializzazione: i laboratori di cucito sono aperti alle donne (senza escludere a priori la partecipazione degli uomini) italiane e straniere. Ogni anno proponiamo il corso Donne a pedali (che non esclude la partecipazione degli uomini) per favorire l’autonomia dei corsisti negli spostamenti e lo scorso anno hanno partecipato 18 donne straniere che hanno imparato ad andare in bicicletta”.

Ero Straniero è una realtà consolidata e strutturata a cui altri in Regione guardano: un’ esperienza da valorizzare nella nostra comunità e da far conoscere anche ad altre realtà territoriali. E’ il momento di apprezzarne il valore nella nostra città sempre più multietnica.

Sara Gelli

 

 

 

 

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