E’ Nadia Terranova, una delle voci più significative della letteratura italiana contemporanea, ad aprire martedì 4 marzo la terza edizione di Soliera d’Autore, un ciclo di incontri con scrittrici e scrittori promossa dalla Biblioteca Campori e dal Comune di Soliera, con la consulenza artistica di Leonardo Luccone che a sua volta condurrà la conversazione. L’appuntamento è per le ore 21 ad Habitat, in via Berlinguer 201. L’ingresso è libero. L’obiettivo è offrire al pubblico l’opportunità di dialogare direttamente con alcuni dei migliori autori della scena letteraria italiana e approfondire le loro opere.
All’inizio di quest’anno, Terranova ha pubblicato “Quello che so di te” (Guanda), offrendo un’ulteriore conferma del suo talento narrativo, mescolando in modo magistrale temi universali e intime riflessioni personali. Il nuovo romanzo della scrittrice siciliana si inserisce in un filone che ha sempre caratterizzato la sua scrittura: quello della ricerca dell’identità e della consapevolezza. Al centro della narrazione c’è una donna che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la “mitologia familiare”, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili.
Quella di Terranova non è tuttavia solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari.
Con questo nuovo libro, Nadia Terranova dimostra di essere una scrittrice in continua evoluzione, capace di sorprendere a ogni nuova uscita. La sua capacità di raccontare l’animo umano, di dare voce a quelle emozioni che spesso rimangono inascoltate, la rende una delle autrici più apprezzate e seguite del panorama letterario italiano.