Troppo pochi i medici in servizio al Pronto Soccorso di Carpi

Passati dai 16 del 2018 ai 9 di oggi, i medici che lavorano nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Carpi sono in numero insufficiente per garantire la continuità assistenziale e pertanto il ricorso a gettonisti esterni, che coprono 28 turni notturni al mese, è “ancora necessario”. Quello di Carpi è rimasto ormai l’unico ospedale della Provincia, insieme a quello di Mirandola, ad avvalersi delle prestazioni delle cooperative esterne.

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Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Carpi torna a essere protagonista in consiglio comunale grazie a un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico e relativo al ricorso a medici gettonisti, pagati peraltro fiori di quattrini, per coprire le carenze di professionisti strutturati nell’unità operativa.

“Nel PS di Carpi i cosiddetti gettonisti – ha spiegato la consigliera del Pd, Lorella Rossetti – coprono 28 turni notturni (di cui 9 coperti da due medici privati) al mese. Un tale impiego oltre a non dare sicurezza sulla opportunità di svolgere in modo corretto il proprio lavoro nei confronti delle emergenze e dei pazienti, costringe l’Azienda Usl di Modena a spese esorbitanti, risorse che potrebbero essere impiegate diversamente”.

Il Pd chiede pertanto che “il sindaco si faccia parte attiva affinché l’Ausl ponga in campo tutte le strategie possibili per garantire assunzioni di medici e infermieri e che non si ricorra alle cooperative private per garantire il servizio al Pronto Soccorso di Carpi, rimasto ormai l’unico nosocomio della Provincia, insieme a quello di Mirandola, ad avvalersi di prestazioni di questo tipo”.

A dare lettura della risposta dell’Ausl in aula è stato l’assessore Tamara Calzolari. Nella lettera, l’azienda sanitaria ha sottolineato come “la situazione del Ps di Carpi presenti ancora delle problematiche legate alla  carenza personale” e che dal 2018 sia il Pronto Soccorso che la Medicina d’Urgenza abbiano registrato un progressivo “calo del numero di medici passati dai 16 del dicembre 2018 ai 6 del marzo 2023”. Una criticità che ha spinto l’azienda a ricorrere al “supporto di cooperative esterne per cercare di preservare le attività”. Espediente che però non si è rivelato sufficiente tanto da costringere l’Ausl, “nel novembre 2022, a riorganizzare la Medicina d’urgenza assegnandola in gestione dell’Unità operativa complessa di Medicina interna”.

Dal settembre 2023, “il trend di arruolamenti si è invertito ma in modo non adeguato rispetto alle esigenze portando a 9 i medici in servizio in Pronto soccorso”. Nonostante prosegua senza sosta la pubblicazione di bandi, peraltro per diverse tipologie contrattuali, conclude l’Ausl nella sua risposta, “il ricorso a gettonisti, pur diminuito del 40%, è ancora necessario per garantire la continuità assistenziale ma l’obiettivo è quello di limitarne ulteriormente l’impiego”.

Il gap di medici è evidente, ha sottolineato Calzolari, “la dotazione organica di strutturati non è ancora sufficiente per eliminare completamente i professionisti esterni. Aumentare gli assunti diretti è fondamentale e la nostra attenzione in tal senso resterà alta”.

Il testo dell’Ordine del giorno – passato col voto compatto della maggioranza e la totale astensione da parte delle forze di opposizione – è stato fortemente criticato, “nel metodo” dal consigliere di Forza Italia, Michele De Rosa: “non basta mettere risorse sulla sanità se poi non vengono gestite come si deve e non vi è nessuna verifica su come sono impiegate. Ricorrere alle cooperative private come è stato fatto sino a questo momento non sono prosciuga le casse ma ignora soluzioni più efficaci. Si spendono cifre folli per coprire singoli turni. Già nel 2022 la Corte dei Conti aveva messo nel mirino l’Ausl di Modena per il ricorso massiccio ai gettonisti tanto da spingere il consigliere provinciale di FI, Antonio Platis a fare un esposto. Il contratto con le cooperative è stato rinnovato nell’ottobre 2024 per oltre 700mila euro e sarà valido fino al 31 dicembre 2025. Si pagano 1.300 euro per 28 turni al mese da 12 ore di lavoro. Questo ordine del giorno doveva arrivare prima, ora non serve più a nulla”.  Parole sostenute anche dalla consigliera Monica Medici (Carpi Civica): “la Corte dei conti ha già detto chiaramente all’Ausl che il suo bilancio non va bene (dal significativo scostamento del risultato di esercizio rispetto al bilancio preventivo al superamento del limite d’indebitamento, a un eccessivo ricorso alle cooperative per compensare la penuria di medici). Noi dobbiamo semplicemente chiedere all’azienda di adempiere a quanto le è stato intimato”.

Jessica Bianchi

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