Anziani nella ex Casa del Popolo di Fossoli, più socialità in un contesto non medicalizzato

Stanno per iniziare i lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’ex Casa del Popolo di Fossoli acquisita alla fine del 2021 dalla Cooperativa Scai di Carpi. Una volta terminati i lavori, verosimilmente entro l’estate, i locali ospiteranno un circolo sociale assistito, un servizio innovativo e originale che contribuirà a colmare, seppure in parte, una grave lacuna. L’obiettivo di Scai, condiviso con la Pubblica Amministrazione, spiega il presidente Ilario De Nittis, è quello di dare vita a uno spazio “ponte tra un centro di promozione sociale e un centro diurno. Un luogo a fruizione libera in cui saranno però presenti professionisti qualificati, dagli educatori agli infermieri”.

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La ex Casa del Popolo di Fossoli

Stanno per iniziare i lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’ex Casa del Popolo di Fossoli acquisita alla fine del 2021 dalla Cooperativa Scai di Carpi. Una volta terminati i lavori, verosimilmente entro l’estate, i locali ospiteranno un circolo sociale assistito, un servizio innovativo e originale che contribuirà a colmare, seppure in parte, una grave lacuna. L’obiettivo di Scai, condiviso con la Pubblica Amministrazione, spiega il presidente Ilario De Nittis, è quello di dare vita a uno spazio “ponte tra un centro di promozione sociale e un centro diurno. Un luogo a fruizione libera in cui saranno però presenti professionisti qualificati, dagli educatori agli infermieri”. Oggi, prosegue De Nittis, “dobbiamo fare i conti con un modello assistenziale obsoleto che non tiene conto dei bisogni di tutti coloro che, pur invecchiando, possono ancora contare su importanti abilità residue e un certo grado di autonomia. Uomini e donne che, nonostante non necessitino ancora di una vera e propria assistenza, devono però fare i conti con la solitudine e, spesso, con il ritiro sociale. Per questa categoria di persone, essere confinati in un centro diurno rappresenta un esilio. Entrare in un sistema di questo tipo anzitempo è una condanna ma, ad oggi, non vi sono servizi alternativi”. E se sul fronte della residenzialità, nonostante i posti siano ancora pochi rispetto alla domanda, Carpi può vantare varie strutture pubbliche e private, dalle case famiglia alle comunità alloggio, alle Rsa, è sulla semi residenzialità che la situazione assume tinte fosche.

All’interno di questa suggestiva bolla trasparente gli anziani potranno fare attività anche nelle stagioni fredde circondati dalla bellezza degli alberi

“Tanti anziani restano chiusi nei loro appartamenti affidati alle cure delle badanti e la mancanza di stimoli e di socializzazione ne decreta un prematuro decadimento cognitivo e motorio. Ci sono anziani che, seppur ancora parzialmente auto sufficienti o con un inizio di demenza, sono costretti a trascorrere il proprio tempo in un centro diurno perchè non hanno nessun’altra alternativa, con un onere economico non indifferente peraltro. Il nostro obiettivo – prosegue De Nittis – è quello di ritardare l’ingresso di queste persone in un ambiente di carattere sanitario garantendo loro un contesto assistito in cui muoversi. In cui poter esercitare il loro diritto alla lentezza”. Tra le pareti di questo circolo sociale Arci assistito si potrà giocare a carte, mangiare gnocco fritto, incontrare gli amici, dedicarsi a gite ed escursioni… ma a tutte queste attività si aggiungerà una componente assistenziale attivabile esclusivamente al bisogno a cura della Cooperativa. “Il circolo rappresenterà quindi la perfetta espressione di una aggregazione inclusiva e assistita. L’ingresso sarà gratuito e aperto a tutti, si pagheranno soltanto i servizi di cui si ha necessità” precisa De Nittis. Il progetto, finanziato dalla Coop Scai e coprogettato insieme all’Arci provinciale e all’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Carpi, prevede che all’interno di questo spazio operino professionisti in grado di accompagnare gli anziani nella quotidianità, garantendo loro un livello base di assistenza. “Il nostro scopo primario è quello di dare dignità a queste persone, tutelando il loro diritto alla socialità, in un contesto non medicalizzato”, ribadisce il presidente di Scai. Un progetto pilota che Ilario De Nittis confida possa diventare un esempio esportabile e replicabile col beneplacito delle istituzioni, a partire dalla Regione: “occorre dare la giusta carta di identità a servizi intermedi di questo tipo. Riconoscerli e dare loro gambe. Oggi il volontariato, come quello dei centri di promozione sociale, cerca di mettere una toppa dove non ci sono servizi ma dobbiamo fare i conti con la crisi che ha investito il mondo del volontariato e il mancato ricambio generazionale. E’ necessario mettere in rete pubblico e privato per sviluppare servizi che impattino positivamente sul territorio e che rispondano a bisogni sempre più urgenti e non più rimandabili. Il mondo della cooperazione sociale rappresenta una forza motrice fondamentale per lo sviluppo del welfare territoriale, poiché non solo risponde ai bisogni concreti delle persone, ma costruisce comunità più inclusive, solidali e resilienti. Ogni progetto come il nostro non è solo un servizio, bensì un atto di giustizia sociale che restituisce dignità, opportunità e speranza a chi rischia di essere lasciato indietro. È attraverso l’unione tra pubblico, privato e la partecipazione attiva della comunità che possiamo continuare a generare un impatto positivo duraturo, trasformando i bisogni in risposte e le sfide in opportunità”.

Jessica Bianchi

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