‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’ fa riflettere il Liceo Fanti

Presente alla proiezione al Cinema Corso, la regista del film, Margherita Ferri, ricorda l’importanza di riconoscere quando si è bulli e fermarsi un attimo, invertire marcia. Cambiare si può, parlare si deve.

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“Le parole sono come dei vasi di fiori che cadono dai balconi. Se sei fortunato li schivi e vai avanti sulla tua strada, ma se invece sei un po’ più lento, ti centrano in pieno e ti uccidono”. Con questa frase ricca di significato si conclude il film campione d’incassi dell’anno appena finito e con questa frase si è conclusa anche la proiezione di questa mattina presso il Cinema Corso a Carpi a cui hanno assistito 17 classi del Liceo Manfredo Fanti, selezionate dal primo al quinto anno. Il film in questione è “Il ragazzo dai pantaloni rosa” e più volte la platea è scoppiata in un fragoroso applauso.  Il film è tratto dalla storia vera e drammatica di Andrea Spezzacatena, suicidatosi a 15 anni nel novembre del 2012.  Una domanda si leva dal pubblico alla fine della visione: “Perché proprio questo episodio tra i tanti”? A rispondere è la regista del film, Margherita Ferri, entusiasta di potersi confrontare con i ragazzi. “Perché è stato il primo ad avere una risonanza mediatica. Perché da lì la legislazione è cambiata e si è iniziato a parlare di cyberbullismo”. Già, perché di questo si tratta. L’adolescenza è un periodo complicato, si cambia, non ci si riconosce e si cercano punti di riferimento. La mamma di Andrea, Teresa Manes, in questi anni ha impiegato tutta sé stessa per andare nelle scuole e sensibilizzare i giovani. Giovani ma non solo perché se c’è una cosa che questo film insegna è quanto possa essere d’aiuto in questi casi la presenza della scuola e di altri enti di formazione. Tutti possiamo essere vittime di bullismo, Ferri ricorda l’importanza però di riconoscere quando si è bulli e fermarsi un attimo, invertire marcia. Cambiare si può, parlare si deve. E allora grazie allo studente che ha voluto ringraziare la sua scuola, il Liceo Fanti, per tutte le iniziative che organizza col fine di sensibilizzare su un tema che oggi, a causa dei social, si è diffuso come una ragnatela. Grazie alle prof.sse Bergonzoni e Papi per aver creduto nel valore formativo di questa visione, grazie alla Cineteca di Bologna ma soprattutto grazie agli studenti e alle studentesse che, ancora una volta, ci hanno dimostrato che la condivisione di esperienze e l’ascolto partecipato sono le armi vincenti per non sentirsi soli, anzi per farci sentire parte del tutto o come dice Arisa nella colonna sonora:

Con una mano solleverei le pene che tu hai
E ti proteggerei per sempre
Perché senza di te non sono niente

 

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