Un grande bosco è nato tra le vie Zappiano e degli Inventori

Su una superficie di poco più di due ettari, 20.525 metri quadri per essere precisi, sono state messe a dimora 590 essenze autoctone, 235 alberi e 355 arbusti. Un bosco urbano dai tratti decisamente speciali come spiega l’architetto Moreno Daini, progettista del Piano Particolareggiato di Iniziativa Privata del comparto F13 su cui insistono le piantumazioni: “l’obiettivo è stato quello di creare un bosco climax (o vegetazione climatogena) la cui caratteristica primaria è quella di autogestirsi nel corso del tempo e, pertanto, non necessitando di innaffiature o manutenzione ordinaria, non obbliga a effettuare interventi economicamente onerosi”.

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Una grande area boscata è nata tra le vie Zappiano e degli Inventori. Su una superficie di poco più di due ettari, 20.525 metri quadri per essere precisi, sono state messe a dimora 590 essenze autoctone, 235 alberi e 355 arbusti. Un bosco urbano dai tratti decisamente speciali come spiega l’architetto Moreno Daini, progettista del Piano Particolareggiato di Iniziativa Privata del comparto F13 su cui insistono le piantumazioni, nonché docente di “Pianificazione Territoriale e paesaggistica e Urbanistica del verde” e di “Storia dei Giardini e del Paesaggio” all’Ateneo di Bologna: “l’obiettivo è stato quello di creare un bosco climax (o vegetazione climatogena) la cui caratteristica primaria è quella di autogestirsi nel corso del tempo e, pertanto, non necessitando di innaffiature o manutenzione ordinaria, non obbliga a effettuare interventi economicamente onerosi”.

Il bosco è composto da specie autoctone che creano un’associazione di piante capaci di instaurare un profondo legame di interdipendenza, costituendo una formazione vegetazionale in grado di auto alimentarsi e di resistere a stress di varia natura. Numerose ricerche hanno dimostrato come un bosco in uno stadio di Climax, ovvero con molti alberi vetusti e che non conosce la mano dell’uomo, raggiunga un equilibrio perfetto e sia molto più resiliente, capace di rigenerarsi e adattarsi alle sfide del cambiamento climatico. “Sono state messe a dimora, a metà gennaio in due step, – prosegue l’architetto – tre tipologie di specie arboree di prima, seconda e terza grandezza, ovvero con differenti livelli di accrescimento, fornite dal Vivaio Tesi di Pistoia. Frassini, Ginkgo biloba, varie topologie di querce e, ancora, arbusti di rosa canina, viburno… e molti altri. Essenze piantate con cura nel rispetto della loro crescita futura. La filosofia che ci ha guidati è stata quella di ottenere il maggior rendimento con la minore manutenzione possibile ed è proprio questo che differenzia la fascia boscata dai soliti parchi urbani. Ciascuna fitocenosi (ovvero ogni insieme di specie vegetali) ha dunque un suo habitat preferito e in questo vive e si propaga al meglio. Essendo composto dalle specie più idonee in rapporto ai parametri ambientali del sito è, a priori, in grado di svolgere con la migliore efficienza le complesse funzioni che una fitocenosi è chiamata ad assolvere, in particolare dal consolidamento dei terreni, alla regolazione dello smaltimento delle acque piovane fino alla migliore resistenza a stress di varia natura. L’intervento agisce radicalmente sul sistema vegetazionale del comparto, trasformandolo da elemento residuale dell’attività agricola in ambiente di completamento urbano”.

Il piano particolareggiato prevede poi la realizzazione di un motel, su una superficie di poco meno di 9mila mq, del quale si occuperà il gestore, la società STAL di Fidenza, e il cui progetto dovrebbe essere presentato entro la fine del 2025.

“In un’area complessiva di 29mila mq, il bosco ne occuperà oltre 20mila, senza dimenticare poi che anche il motel sarà circondato da verde. A primavera nel tratto di via Zappiano che conduceva all’incrocio con via dell’Industria, ora sbarrato da un guardrail, verrà rimosso l’asfalto e riportato a terreno permeabile e, inoltre, sarà realizzato un collegamento pedonale che dal parchetto a ridosso della stecca commerciale di via dell’Industria attraverso il bosco fino a via Zappiano. Un vialetto battuto ma poco impattante per rispettare il più possibile l’ambiente naturale dell’area boschiva. La stessa area sarà completamente esondabile e avrà un duplice ruolo: di tutela del nuovo insediamento dall’inquinamento generato dalle reti stradali prospicienti e dal rischio idraulico e alluvionale, contribuendo ulteriormente a qualificare l’area dal punto di vista paesaggistico e ambientale”.

Un bosco che, una volta cresciuto, non avrà alti costi di gestione vero e proprio nervo scoperto per numerose aree verdi pubbliche e non solo, e che oltre ad assorbire una importante quota di inquinanti, potrà fungere da rifugio per la fauna selvatica e favorire la biodiversità. Un luogo – che tra due stagioni vegetative verrà ceduto al Comune di Carpi – dove verrà rispettato il ciclo vitale degli alberi, dove al posto degli esemplari morti si creeranno nuovi arbusti e alberelli che facendosi largo cresceranno nutrendosi dei loro padri e dei raggi del sole.

Jessica Bianchi

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