Carpi sfiora i 72mila abitanti eppure non può contare sulla presenza di un’automedica, ovvero un mezzo di soccorso avanzato con un medico a bordo. Detta altrimenti, nella nostra città, ogni ambulanza del 118 che corre in aiuto di chi ne ha bisogno è priva di personale medico. Un’assenza che pesa e che, ogni volta che si registrano tragedie, torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico. Da anni denunciamo l’assenza di un mezzo medicalizzato di stanza a Carpi ma, interrogata sul tema, l’Ausl di Modena non si sbilancia: “nell’ambito della riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza territoriale iniziata nei mesi scorsi, sono tuttora in corso valutazioni circa la distribuzione dei mezzi del soccorso avanzato sulla provincia”. Ergo al momento nulla cambierà. “L’intero sistema di emergenza-urgenza è organizzato secondo un modello a rete, che garantisce copertura a livello provinciale potendo contare sull’impiego di diversi mezzi (ambulanze, autoinfermieristiche, automediche, elisoccorso), anche in integrazione tra loro. Per ogni richiesta di soccorso – proseguono dall’azienda sanitaria – la Centrale Operativa del 118, considerate le caratteristiche e la gravità di ogni singola situazione, attiva il mezzo ritenuto più idoneo, in relazione anche alla prossimità al luogo dell’intervento e alla disponibilità dei mezzi avanzati in quel momento. Dunque ogni situazione viene vagliata attentamente e richiede una risposta complessa, a volte anche integrata con l’impiego di diversi mezzi”. Avere un’automedica a Carpi però significherebbe tagliare in modo sostanziale i tempi di intervento, garantendo così una tempestività che in taluni casi può fare la differenza tra la vita e la morte. Oggi i mezzi medicalizzati a noi più vicini sono quelli di Novellara e di Modena a cui si aggiunge l’elisoccorso.
Complessivamente nel 2024 sul territorio del Comune di Carpi il 118 è intervenuto in oltre 10.000 occasioni: per la stragrande maggioranza dei casi è stato attivato un mezzo avanzato a leadership infermieristica (nell’83% dei casi inerenti patologie tempo dipendenti, come infarti, arresti cardiaci, insufficienze respiratorie acute, ictus e traumi maggiori), preparato per mettere in atto tutte le procedure assistenziali di soccorso avanzato necessarie e appropriate, previste dai protocolli regionali e dalle linee guida internazionali. L’elisoccorso è intervenuto 29 volte, in media poco più di due volte al mese, l’automedica di stanza a Modena 11 volte e quella di Novellara 6.
In 46 occasioni, quasi 4 volte al mese, nel nostro territorio servivano le competenze di un medico.
“Il criterio guida rimane l’offerta della migliore assistenza rispetto al bisogno di cittadino, in una logica di appropriatezza, in relazione al mix di mezzi in quel momento disponibile e alla tempestività dell’intervento”, conclude l’Ausl di Modena.
Sappiamo che i medici che vogliono lavorare in Pronto Soccorso sono sempre meno, figuriamoci in ambulanza… ecco perché si è costretti ad alzare in volo l’elisoccorso ogniqualvolta l’automedica più vicina a noi è impegnata altrove. I mezzi sono pochi e i professionisti ancor meno.
Le aziende sanitarie la chiamano ottimizzazione delle risorse in realtà è il segno sempre più tangibile di come la sanità pubblica stia affondando per mancanza di risorse e personale. Si allargano i territori di competenza, il bacino di utenza… a restringersi sono solo le forze in campo e Carpi resta ancora una volta a bocca asciutta. E la politica dov’è?
Jessica Bianchi