Sono 19 i nuovi iscritti al Corso di laurea magistrale di Carpi

“Strategico sarà riuscire a portare a Carpi parte delle triennali esistenti, attivando un curriculum con docenti dedicati ma all’interno di un Corso di Studi già esistente. Sarebbe un’ottima mossa per completare il percorso e tenerci stretti tanti studenti dei Licei e degli Istituti Tecnici che oggi perdiamo. Siamo sulla buona strada” spiega il professore di Unimore Paolo Tartarini.

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Sono 19 (17 ragazzi e 2 ragazze) i nuovi immatricolati al Corso di laurea magistrale in Sustainable Industrial Engineering istituito presso il polo universitario di Carpi, frutto della collaborazione tra UnimoreFondazione Cassa di Risparmio e Comune di Carpi e giunto nel 2024-2025 al suo secondo anno accademico di vita. Il numero, leggermente in calo rispetto allo scorso anno quando gli immatricolati erano stati 23, è “coerente con quello degli altri due curricula di Ingegneria Meccanica presenti nella sede modenese dell’Ateneo i quali contano un totale di 38 iscritti (24 + 14)”, spiega il professore di Unimore Paolo Tartarini.

“Numericamente – prosegue – il corso di Carpi non sta andando né meglio né peggio di quelli presenti a Modena. Semmai, è da considerare oggetto di attenzione il fatto che Unimore stia patendo, nel settore dell’Ingegneria Meccanica, un deflusso di studenti verso altre università nel passaggio dalla triennale alla magistrale”.

Il corso carpigiano prevede che gli studenti assistano alle lezioni in presenza poiché sono previste numerose ore in laboratorio e presso le aziende. Gli unici che al momento sono distanti sono alcuni ragazzi immatricolati lo scorso anno che, grazie agli ottimi risultati conseguiti, sono riusciti ad accedere al programma Erasmus e dunque stanno proseguendo parte dei loro studi all’estero. “Didattica a parte, però, è soprattutto sul fronte della terza missione (Ndr – l’insieme delle attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale e di trasformazione produttiva delle conoscenze, attraverso processi di interazione diretta dell’Università con la società civile e il tessuto imprenditoriale, con l’obiettivo di promuovere la crescita economica e sociale del territorio) che siamo davvero soddisfatti. Possiamo contare infatti su 70 aziende partner con cui abbiamo avviato delle importanti collaborazioni. Nel polo di via Corbolani si fa ricerca e sviluppo, vi sono attrezzature importanti ed elevate competenze. Inoltre, il fatto che al polo si siano susseguiti numerosissimi eventi, da eventi satellite del Festival del Racconto agli incontri di orientamento per le scuole superiori, dalle conferenze organizzate da aziende e associazioni di categoria alle iniziative promosse dai professori, dimostra chiaramente che a Carpi c’era un forte bisogno di uno spazio fisico di aggregazione culturale, capace di ospitare e favorire questo tipo di attività.  L’investimento della Fondazione Cr Carpi (Ndr – 21 milioni di euro, di cui 15 milioni per il terreno e l’edificio e 6 per finanziare nei prossimi 12 anni l’attività didattica) è stato ben ripagato”.

Il presidente della Fondazione Mario Arturo Ascari a fine 2024 non aveva fatto mistero di anelare a “un corso triennale” all’interno del polo di via Corbolani, ma se l’introduzione di un corso ex novo appare improbabile in tempi brevi, “per gli alti costi e per le difficoltà legate all’iter autorizzativo ministeriale”, una strada praticabile, aveva aggiunto, potrebbe essere quella della “creazione di un curriculum, ovvero una costola, naturalmente ben differenziata, di un corso già esistente”. Un auspicio condiviso anche dal professor Tartarini: “era nei piani – ammette – diciamo quelli non scritti, o almeno fra i desiderata”.

“Il nostro compito – spiega – è quello di continuare a perfezionare il progetto della Magistrale per farlo funzionare al meglio. L’obiettivo non è quello di arrivare a chissà quale numero di studenti, ma se da 19 passassimo a 40 o 50 ne saremmo ovviamente felici. Strategico sarà poi riuscire a portare a Carpi parte delle triennali esistenti, attivando un curriculum con docenti dedicati ma all’interno di un Corso di Studi già esistente, sarebbe un’ottima mossa per completare il percorso e tenerci stretti tanti studenti dei Licei e degli Istituti Tecnici che oggi perdiamo. Siamo sulla buona strada”.

Jessica Bianchi

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