“Sono rimasta asserragliata in bagno, mi sentivo senza via d’uscita”

“Ho avuto una paura enorme, indescrivibile. Ero come paralizzata e per la prima volta nella vita mi sono sentita completamente indifesa. Non avevo nulla con cui difendermi e temevo mi facesse del male. Invece, fortunatamente, mi ha ignorata e ha continuato a rubare”. A parlare è R.S. una 21enne residente a Migliarina che, martedì 3 dicembre, ha sorpreso un ladro dentro alla propria abitazione.

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“Ho avuto una paura enorme, indescrivibile. Ero come paralizzata e per la prima volta nella vita mi sono sentita completamente indifesa. Non avevo nulla con cui difendermi e temevo mi facesse del male. Invece, fortunatamente, mi ha ignorata e ha continuato a rubare”. A parlare è R.S. una 21enne residente a Migliarina che, martedì 3 dicembre, ha sorpreso un ladro dentro alla propria abitazione.

“Faccio ancora molta fatica a stare a casa, soprattutto da sola” racconta la giovane, ma l’esperienza che ha vissuto avrebbe potuto avere esiti ben peggiori. “Sono rientrata a casa dal lavoro intorno alle 18,30 e verso le 19 mio fratello è uscito per andare a fare allenamento. A quel punto sono salita al piano superiore per andare in bagno quando, all’improvviso, ho sentito un rumore forte. All’inizio – racconta – non mi sono allarmata perchè pensavo fosse tornato mio padre. E allora l’ho chiamato, per salutarlo, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Poco dopo un altro rumore ben più forte del precedente mi ha fatta sobbalzare e a quel punto ho iniziato a spaventarmi. Continuavo a chiamare mio padre mentre sentivo dei passi salire le scale e mi sono letteralmente paralizzata”. Poi la porta semichiusa del bagno si è aperta e R. si è trovata di fronte un “uomo, con la pelle bianca e il volto coperto da un passamontagna. Ci siamo fissati per alcuni secondi, io ero letteralmente pietrificata. Sono stati solo alcuni istanti ma mi sono parsi eterni, nella mia testa continuavo a domandarmi se mi avrebbe fatto del male. I dettagli si confondono, ero talmente agitata che avevo perso lucidità. Indossava una giacca, dei guanti, aveva una luce in mano… fatico a ricordare distintamente ma di una cosa sono certa: non ha mai proferito parola”. Poi l’uomo è indietreggiato, ha richiuso la porta e si è diretto nella stanza accanto: “a quel punto – va avanti la 21enne – mi sono precipitata a chiudere a chiave la porta e nonostante fossi nel panico ho cominciato a pensare a cosa dovessi fare. Volevo correre fuori ma non sapevo se il ladro avesse un complice e quindi sono rimasta asserragliata in bagno. Mi sentivo senza via d’uscita. Temevo che se avessi chiamato il 112 e lui mi avesse sentita mi avrebbe fatto del male e quindi esitavo. Lo sentivo muoversi liberamente, aprire cassetti, sbattere ante… come se io non esistessi. Poi non ce l’ho fatta più e ho chiamato le forze dell’ordine: dopo cinque squilli e nessuna risposta ho riattaccato e composto il numero di mio padre, sussurrando, l’ho pregato di tornare a casa il più velocemente possibile. Dopodiché ho richiamato il 112 e sono riuscita a chiedere aiuto dicendo che ero sola in casa”. All’arrivo del padre, R. è corsa fuori dal bagno: “il ladro – spiega – dopo aver fatto un buco nel recinto affacciato sulla campagna è entrato in cortile e poi con un piede di porco ha forzato una portafinestra e si è fatto largo in casa, come si vede chiaramente dalle telecamere della videosorveglianza. Le luci in sala erano accese, lui sapeva che c’era qualcuno dentro eppure non ha avuto alcun ripensamento. Ha rubato otto orologi ma ha lasciato altre cose di valore… forse la mia presenza gli ha messo fretta. A Migliarina nello stesso giorno si sono verificati più furti, un maggiore presidio del territorio ci farebbe sentire più sicuri”. Giunta sul posto la Polizia ha spiegato alla famiglia che ha 90 giorni per denunciare il fattaccio. Una disavventura che R. non dimenticherà di certo in così poco tempo.

Jessica Bianchi

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