Se il campo di concentramento è stato più volte raccontato e descritto da uomini che hanno avuto la sventura di sperimentarne la ferocia, la capacità spersonalizzante, l’insensatezza, è tuttavia attraverso la testimonianza delle donne che è possibile cogliere appieno il principio attorno e a partire dal quale tali luoghi sono stati pensati, realizzati e resi funzionanti. Poiché il lager è, nella sua essenza più profonda, il luogo in cui la vita risulta negata, umiliata, annichilita. Mentre la donna può vantare – fra i tanti – il dono di creare dal nulla, dispensare e custodire proprio la vita.
Per questo motivo sarà C’è un punto della terra…, il libro tratto dal diario di prigionia di Giuliana Tedeschi Fiorentino, a costituire, domenica 8 dicembre a Carpi, il primo appuntamento della nuova stagione, la terza, della rassegna Al Museo con i Classici, la cui selezione dei testi e dei brani è stata curata, quest’anno, da Giovanni Tesio, filologo e critico letterario già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale.
Alle ore 17.00, dunque, presso la Sala dei Nomi del Museo Monumento al Deportato, il narratore Simone Maretti, accompagnato dalle suggestioni musicali dal vivo di Simone Di Benedetto, darà vita alle pagina del libro di Giuliana Tedeschi, che può e deve essere considerato – da chiunque desideri ancor oggi penetrare le ragioni profonde di una mostruosità contro natura – il punto di vista privilegiato. Il più attendibile. Il più prossimo alla verità e all’orrore.
L’ingresso è gratuito, ma i posti limitati: per questo si consiglia di prenotarsi sul sito www.fondazionefossoli.org
