Luciano Pergreffi e Vogue Bambini, una storia d’amore durata trent’anni

Così Giorgio Armani e Andy Warhol disegnarono la moda “mini”: i direttori di Vogue Bambini raccontano una rivista visionaria nata negli Anni ’70. E’ questo il titolo dell’articolo firmato da Elisabetta Caprotti e uscito sul numero di dicembre di Vogue Italia. Giornale nato in punta di piedi nel 1973 come una sorta di avventura pionieristica diventò nel corso del tempo una vera e propria istituzione. Un’icona. A impreziosire le parole dell’articolo vi sono poi loro, gli scatti dei grandi fotografi. A spiccare tra i nomi in calce alle immagini vi è quello del carpigiano Luciano Pergreffi. A primeggiare è la sua Soqquadro, splendida. Più che una foto, un quadro. Potente ed evocativa. Un sodalizio, quello tra Vogue Bambini e il maestro della fotografia di casa nostra, durato trent’anni, dal 1985 al 2015, un traguardo straordinario che testimonia la capacità di Pergreffi di raccontare storie attraverso le immagini.

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Luciano Pergreffi e la sua Soqquadro

Così Giorgio Armani e Andy Warhol disegnarono la moda “mini”: i direttori di Vogue Bambini raccontano una rivista visionaria nata negli Anni ’70. E’ questo il titolo dell’articolo firmato da Elisabetta Caprotti e uscito sul numero di dicembre di Vogue Italia. Giornale nato in punta di piedi nel 1973 come una sorta di avventura pionieristica  diventò nel corso del tempo una vera e propria istituzione. Un’icona. A impreziosire le parole dell’articolo vi sono poi loro, gli scatti dei grandi fotografi. A spiccare tra i nomi in calce alle immagini vi è quello del carpigiano Luciano Pergreffi. A primeggiare è la sua Soqquadro, splendida. Più che una foto, un quadro. Potente ed evocativa. Un sodalizio, quello tra Vogue Bambini e il maestro della fotografia di casa nostra, durato trent’anni, dal 1985 al 2015, un traguardo straordinario che testimonia la capacità di Pergreffi di raccontare storie attraverso le immagini.

Una storia professionale, la sua, che si è intrecciata con alcuni dei nomi più iconici della moda e della fotografia internazionale. “La mia trentennale  carriera con Vogue Bambini mi ha permesso di contribuire al racconto visivo di un mondo dedicato ai più piccoli, ma ricco di creatività e di collaborazioni eccelse. Valter Albini, Giorgio Armani, Bruce Weber, Andy Warhol, Ellen von Unwerth… nomi che evocano il meglio dell’arte e della moda, e il mio percorso accanto a queste figure rafforza ulteriormente il valore del mio lavoro.  Sono stato l’unico fotografo ad aver collaborato ininterrottamente con Vogue Bambini per un periodo così lungo a testimonianza della fiducia e della stima che la rivista ha riposto in me per tre decenni nonostante il cambiamento di direttori, stili e tendenze… Sono stato capace di evolvermi mantenendo alta la qualità del mio lavoro e adattandomi alle diverse visioni creative che hanno guidato Vogue Bambini”.

Le cover realizzate da Luciano Pergreffi in questi 30 anni

Vogue Bambini ha spalancato porte su luoghi che altrimenti sarebbero rimasti inaccessibili: “il mio primo incarico – ricorda Luciano – mi portò dall’Italia a Honolulu a dimostrazione di come la moda e la fotografia possano farti vivere esperienze incredibili. Viaggiare con una figura come Annalisa Milella, che avrebbe poi ricoperto ruoli direttivi in altre edizioni di Vogue, è sicuramente stato un privilegio e una fonte d’ispirazione. La mia carriera trentennale con Vogue Bambini rappresenta anche un legame profondo con il cuore della moda internazionale. Collaborare con figure di spicco come Carla Sozzani, Franca Sozzani, Daniela Cattaneo e Giuliana Parabiago testimonia l’importanza del  lavoro e la fiducia che questi direttori riponevano nella mia visione creativa.

Ogni direttore porta con sé una visione unica; lavorare con ognuno di loro mi ha permesso di esplorare diverse prospettive, adattarmi a nuovi approcci e crescere continuamente come fotografo. Ricordo ancora il mio primo appuntamento con Franca Sozzani in  redazione a Milano dove mi presentai senza il book. Andai solo per spiegare a voce chi ero e cosa potevo fare. Che inesperienza…”.

Dopo di lei arrivò Daniela Cattaneo, “era rigida ma mi ha dato dei grandi insegnamenti. I viaggi che ho realizzato in quel periodo sono stati fantastici e i servizi che realizzavo erano di grande rilievo perché il budget a disposizione era notevole. Con Giuliana Parabiago, il direttore che subentrò a Daniela Cattaneo ho avuto veramente una collaborazione molto più legata  all’amicizia e posso essere felice e soddisfatto di aver concluso la mia collaborazione con lei nel 2016 prima che la rivista chiudesse i battenti”.

J.B.

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