“Occorre investire in conoscenza perché solo così potremo crescere e sperare nel futuro dell’economia carpigiana”

Teatro comunale gremito in occasione dell’evento organizzato dalla Fondazione CR Carpi. Un momento di riflessione strategica per il futuro economico e sociale del territorio. Uno sguardo sul futuro economico della Carpi di domani ha visto, tra gli altri, la autorevole partecipazione di Carlo Cottarelli, economista di fama internazionale, intervenire con una riflessione dedicata.

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Teatro Comunale da “tutto esaurito” con una platea fatta di imprenditori, istituzioni, docenti universitari, universitari e gente comune (molti i giovani presenti che dopo aver ascoltato qualche mese fa il professor Carlo Cottarelli hanno voluto nuovamente seguire le sue analisi macroeconomiche).

Quella della Fondazione Cr Carpi presieduta da Mario Arturo Ascari, è stata una scommessa vinta: discutere del futuro economico della città con ospiti del calibro dell’economista Carlo Cottarelli, del presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, del professor Franco Mosconi e degli imprenditori Marta Brozzi (presidente della Duna Corradini) e Marco Marchi (Fondatore e ad di Liu Jo).

Dopo i saluti istituzionali si è entrati di forza nell’analisi dell’attuale stato dell’economia italiana con Cottarelli che ha subito voluto sottolineare come “il problema dell’Italia è che risulta particolarmente vulnerabile perché viene considerato un Paese a rischio che non è riuscito a riportare il rapporto tra debito e Pil a livelli più contenuti”.

Per Cottarelli la situazione è difficile e “il dato sulla crescita del Pil nel terzo trimestre è una doccia fredda per l’Italia; siamo tornati ad essere il fanalino di coda dell’eurozona. Con una crescita zero nel trimestre rispetto a quello precedente, contro un aumento del Pil dell’eurozona dell’0,4%, non siamo proprio gli ultimi, peggio di noi, però, fanno solo Lettonia e Ungheria. Ai primi posti Portogallo e Spagna”.

Per l’economista cremonese “non è vero come sostenuto dalla presidente del consiglio che crescevamo più degli altri citando dati del Pil del 2023 rispetto al 2022. Quel risultato beneficiava di una spettacolare spinta verso l’alto impressa al Pil nel corso del 2022 quando al Governo c’era Draghi”. Anche sul fronte dell’occupazione, il dato è in crescita ma in realtà “Stiamo creando posti di lavoro a bassa produttività. In pratica lavoro povero”.

Tra i problemi che deve affrontare il nostro Paese e il mondo dell’imprenditoria sia Marta Brozzi che Marco Marchi hanno voluto evidenziare come sia “necessario affrontare i problemi strutturali che spiegano la bassa crescita della produttività: troppa burocrazia, poca concorrenza, tassazione alta e inefficiente, spesa pubblica da rivedere, una giustizia ancora lenta, investimenti pubblici che anche con il Pnrr procedono a passo di lumaca”.

Marta Brozzi che per lunghi anni ha vissuto e lavorato all’estero, è tornata in Italia per la qualità di vita che c’è in Emilia “e perché volevo che i miei figli potessero stare con i nonni emiliani. Io sarei rimasta all’estero dove ci sono molte più opportunità per i giovani. Noi dobbiamo fare qualcosa per far rimanere in Italia i nostri ragazzi. Dare loro motivazioni e speranze nel futuro e ai ragazzi dico: spegnete i cellulari e tirate fuori quello che avete dentro”.

Per Marchi che ha raccontato come a 23 anni per inseguire un sogno ha iniziato a pensare a una sua azienda che poi sarebbe diventata la Liu Jo (che il prossimo anno celebrerà i 30 anni di attività), “ci sono molti problemi per chi vuole fare impresa. Dobbiamo confrontarci con gli altri Paesi nel mondo e non sempre questa partita si gioca ad armi pari. L’e-commerce ci ha aiutato, ma serve che burocrazia, efficienza e tassazione adeguata siano al centro dell’attività di Governo. Io sono rimasto a Carpi perché è qui che ho trovato risorse umane che hanno fatto grande la mia società”.

Al centro dei lavori anche il tema della Conoscenza e tutti i relatori a partire da Franco Mosconi e da Francesco Leali direttore del Dipartimento d’Ingegneria di Unimore, hanno sottolineato l’importanza del Tecnopolo realizzato a Carpi che potrà creare la classe imprenditoriale del futuro. Il messaggio è stato: occorre investire in conoscenza perché solo in questo modo potremo crescere e sperare nel futuro dell’economia carpigiana.

A chiudere i lavori il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi che ha dato una tiratina d’orecchi all’Amministrazione Comunale che deve fare di più per rilanciare Carpi. “Non possiamo avere una piazza come la nostra e riempirla solo un giorno alla settimana. Servono progetti strutturali che la facciano vivere sempre. Si chiamino architetti che abbiano un progetto e discutiamo con loro il futuro della città. Solo in questo modo potrà essere attrattiva anche per altri imprenditori. Ai politici dico, inoltre, che devono ascoltarci perché noi giriamo il mondo e abbiamo informazioni che possono essere utili per programmare il futuro”. Il tema dell’attrattività è stato citato anche da Marco Marchi: “spesso ospito imprenditori che arrivano da tutto il mondo; si fermano alcuni giorni ma sono ben pochi quelli che si sentono attratti dal rimanere”.

Infine per Caiumi è “importante il nuovo ospedale, ma dobbiamo fare in modo che anche la produzione e l’economia vadano di pari passo. Un nuovo ospedale senza la presenza di un tessuto economico importante è un rischio che non possiamo permetterci. E infine basta con i campanili; dobbiamo lavorare tutti insieme per il futuro”.

P.Sen.

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