“Quando a poco più di trent’anni mio padre scomparve in mare, io avevo quattro anni. Non ho ricordi di lui. Per tutta la vita la sua immagine si è formata in me quasi esclusivamente a partire dalle parole e dai ricordi di mia madre, finché cinque anni fa, un po’ casualmente, ho trovato in casa delle videocassette”.
Comincia da qui il racconto di Tommaso, è la notte del 3 aprile 1998, al largo delle coste francesi, 47°47’ N 13°50’ W. L’equipaggio di Giovanni Soldini, a un passo dal record sulla traversata atlantica New York-Cape Lizard, sta fronteggiando una depressione atmosferica violentissima: mare forza 9, raffiche a 80 nodi, onde di 25 metri. Andrea Romanelli si trova al timone di FILA, barca del futuro che lui stesso ha progettato pochi mesi prima, quando in un istante un’onda anomala gigantesca la fa rovesciare. Andrea è l’unico disperso e non sarà mai più ritrovato. 25 anni dopo, attraverso il linguaggio del cinema, la memoria diretta dei testimoni e la potenza dei materiali d’archivio, Tommaso Romanelli avvia una ricerca alla scoperta del padre: l’ingegnere visionario, il velista senza paura, il dolcissimo marito di Fabrizia. Cosa rimane di una tempesta? Rimane il viaggio di un figlio. Un racconto che parla di nostalgia, di passioni e dei grandi amori che custodiscono il senso ultimo della vita.
Il film è il Vincitore del premio Raffaella Fioretta per il Miglior Film Italiano del Panorama Italia di Alice nella città alla Mostra del Cinema di Roma.