I ritagli d’arte di Maddalena Notardonato

Maddalena Notardonato, artista 28enne di Carpi, si è specializzata nell'arte dei ritagli trovando finalmente il modo per esprimere la sua smisurata creatività e voglia di comunicare, e dice: “è il collage che è venuto a cercarmi quando meno me l'aspettavo. Con le mie opere vorrei trasmettere la fiducia verso il futuro e la voglia di meravigliarsi ancora come quando si era bambini”.

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Sono squarci onirici verso altre realtà possibili quelli creati da Maddalena Notardonato, 28 anni di Carpi che, dopo essersi diplomata al Liceo Artistico, si è laureata in Beni Culturali a Parma, proseguendo poi con la magistrale sempre all’università parmense, e che ha all’attivo diverse mostre in Italia e anche in Francia.

Maddalena, quando e come è nata la tua passione per l’arte e l’illustrazione? C’è qualcuno in famiglia che te l’ha trasmessa?         
“Sono sempre stata affascinata dall’arte e dall’illustrazione sin da molto piccola. Sentivo il desiderio di vedere la realtà in modo diverso, di lasciarsi costantemente sorprendere. Mia madre è stata la porta. Mi ha fatto scoprire cosa significa innamorarsi della bellezza. Ricordo che da bambina vedevo il suo sguardo illuminarsi quando sfogliava un albo illustrato, rideva quando leggevamo insieme Roal Dahl o Bianca Pitzorno. Non c’era forzatura, lei vedeva la meraviglia senza doverla cercare. Non è che mi abbia portato a tantissime mostre, non mi ha fatto fare grandi corsi, ma ogni volta che trovava un laboratorio creativo a Carpi mi ci portava, anzi, andavamo insieme, osservando e descrivendo con stupore la natura che ci circondava. Ho una sorella Eugenia, di dodici anni più grande, incredibilmente brava a disegnare. Lei è stata una finestra. La seguivo con lo sguardo mentre disegnava per ore e ore, giorni e giorni. Mi ha fatto comprendere che nell’arte serve anche una grande disciplina, tantissima pazienza e una determinazione ancora più grande”.   

                         
Perché hai scelto di specializzarti nella tecnica del collage e come la utilizzi?
“Il mio primo collage l’ho creato il 1° aprile (pesce d’aprile) del 2020, in piena pandemia. Ero incinta del mio primo figlio Matteo, avevo quasi finito la magistrale e vivevo a Formigine con mio marito Andrea. Non ho aneddoti o spiegazioni logiche legate all’improvvisa urgenza di creare collage. Si è semplicemente accesa una scintilla. Ho seguito un istinto, il gesto liberatorio di prendere un paio di forbici e tagliare: dividere, sezionare, isolare. Strappare la carta, le immagini, i ricordi fotografici, per dargli una nuova forma, per incollarli, tenerli uniti e farli aderire a un nuovo supporto, una nuova pelle. Più forte, più giovane, capace di portarne meglio il peso e la bellezza. Da quel giorno non ho più smesso e, nel 2022, quando ero incinta di Matilda ho aperto la partita Iva, dando legittimità e serietà a un lavoro che già si stava costruendo. Il collage per me è un modo per immaginare quello che non c’è, per raccontare le storie che le persone condividono con me, per essere felice.                                       
Sperimento molto, ogni anno invento qualcosa. L’anno scorso ho iniziato a creare i miei libri scavati, quest’anno ho scoperto il collage su specchio… È anche un assemblaggio relazionale. Lavoro molto con i social, dove intreccio relazioni, scambi di conversazione con le persone. Fare collage personalizzati per me è un grande privilegio. Significa entrare in punta di piedi nelle vite delle persone, nelle storie di autori, nel lavoro di un azienda, costruire attraverso ritagli, metafore e simboli dei ritratti surreali ma allo stesso tempo identificativi”.

Come definiresti il tuo stile e cosa vorresti trasmettere con le tue creazioni?

“C’è chi lo definisce surrealista, poetico, introspettivo, emotivo. Io non saprei di preciso se non che è molto sognante.  Con i miei collage, ma anche con i social e la newsletter, cerco di trasmettere la fiducia per un futuro che si può ancora immaginare, il coraggio di poter affrontare il proprio dolore, lo stupore per essere riusciti ancora una volta a meravigliarsi come quando eravamo bambini. Le persone hanno bisogno di ricordarsi che c’è qualcosa di diverso da quello che tutti i giorni sperimentano: che c’è ancora uno spazio per l’introspezione, per il pensiero, l’emozione e la poesia”.                                                             .
Sogni e progetti per il futuro?                
“Di sogni e progetti per il futuro ne ho tantissimi, ogni giorno ne creo di nuovi. Poi il tempo passa e restano solo i desideri più forti.  Quello più semplice e più vero però è questo: poter continuare a fare questo lavoro. Mi trovate su Instagram con il nome d’arte di ‘audiocassetta”.
Chiara Sorrentino                                          

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