Un coro unanime e sdegnato si è levato in città circa la presenza di un senza fissa dimora che dorme all’addiaccio su una panchina di Piazzale Marconi o in corso Fanti. “Lì, non ci può restare”. Una situazione, la sua, che abbiamo preso a cuore poiché il freddo si fa sempre più pungente e quell’uomo non può essere abbandonato a se stesso e, d’altro canto, unitamente alla questione di carattere sanitario, si aggiunge anche un tema legato a decoro e igiene. Numerose infatti le segnalazioni di persone che lo hanno visto urinare e defecare nell’area verde posta alle porte del centro storico, nonostante il viavai costante. L’uomo, spesso oggetto di atti ostili come il lancio di sassi o di petardi, lo abbiamo già scritto più volte, non rappresenta un pericolo per gli altri e chiamare le Forze dell’ordine per allontanarlo servirebbe solo a spostare il problema un poco più in là. Impossibile anche ricorrere a un trattamento sanitario obbligatorio poichè non sussistono le condizioni per farlo e invitarlo ad abbandonare la città non sarebbe risolutivo. Per lui non vi è posto nemmeno all’interno del Centro di ospitalità per adulti casa ex Carretti perché i suoi sette posti sono rivolti esclusivamente a persone con problematiche psico-sociali e con grave disagio abitativo appartenenti a uno dei quattro comuni dell’Unione delle Terre d’Argine e non è il suo caso.
E allora che fare dal momento che a Carpi non esiste un dormitorio publico, eccezion fatta per quello della Caritas diocesana con soli tre posti letto?
“Siamo lavorando a una soluzione per garantire ai senza fissa dimora un tetto dignitoso sopra la testa” assicura il sindaco Riccardo Righi.
Finalmente all’orizzonte si profila quindi una speranza. Uno spazio già allestito e chiavi in mano, per così dire, da mettere a disposizione dei senzatetto. L’amministrazione infatti, unitamente ad altri soggetti, starebbe per sottoscrivere un atto che formalizzerà un’operazione che dovrebbe concludersi entro l’inverno ma è ancora prematuro dare ulteriori dettagli.
Una sorta di patto di alleanza per rispondere ai bisogni dei più fragili. Persone che, spesso, devono fare i conti con gravi dipendenze e che hanno perduto tutto. Compreso un tetto sopra la testa.
Jessica Bianchi