Caro cittadino, ricordati che Aimag è anche un po’ tua

Aimag continua a crescere a livello di risultati industriali ma la gestione finanziaria oberata da un costo del debito importante ha rovinato la marginalità e, per la prima volta nella storia dell’azienda, si assiste a una narrazione a tinte fosche. Tocca ai Sindaci che rappresentano noi cittadini lavorare per dare un futuro all’azienda costituendo un nuovo Patto di Sindacato.

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Caro cittadino di Carpi, ricordati che Aimag è anche un po’ tua, perché tue sono le azioni detenute dal Comune di Carpi e quindi puoi chiedere conto di come viene gestita. È la premessa da cui è partita la Presidente della Prima Commissione Consiliare Monica Medici che ha invitato i manager a relazionare sul bilancio 2023 e sull’andamento della multiutility nel 2024 davanti ai consiglieri comunali di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano, presenti i quattro Sindaci, nel corso della seduta del 13 novembre scorso in Sala Loria.

In sintesi e senza disorientare i cittadini lettori col dettaglio di cifre e numeri, Aimag continua a crescere a livello di risultati industriali ma la gestione finanziaria oberata da un costo del debito importante ha rovinato la marginalità e, per la prima volta nella storia dell’azienda, si assiste a una narrazione a tinte fosche. Nella relazione del direttore generale il termine “ahimè” è il più ricorrente. Nota dolente sono gli oneri finanziari, cioè i costi dei mutui concessi dagli istituti bancari che chiedono alle aziende di non superare certi indicatori, utili a dimostrare la capacità dell’azienda di ripagare il debito. Insomma si è accumulata una massa di debito importante e il costo del debito si è alzato ma, affermano i vertici aziendali, sono in corso le interlocuzioni con le banche, alle quali il management presenterà il piano industriale da cui partire per discutere questa criticità sul fronte finanziario.

Mentre scorrono le parole, in testa sorgono le domande. Come si è arrivati fin qui senza che un revisore dei conti, un membro del collegio sindacale, un componente del Consiglio di Amministrazione abbia rilevato la difficoltà sul fronte finanziario facendola presente alla proprietà negli organi istituzionali? Cosa è successo nel passaggio del testimone, considerando che l’attuale Consiglio di Amministrazione ha operato in continuità con il precedente a cui apparteneva, in qualità di consigliere, l’attuale Presidente? A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento, solo oggi alle banche è stato sottoposto un piano industriale quando è stato detto che le interlocuzioni erano partite subito dopo l’estate 2023?

Scorrono le parole e c’è da sgranar gli occhi ascoltando la narrazione sull’andamento della società da parte di chi la gestisce ormai da un anno e mezzo perché a questi livelli non si può fare lo scaricabarile e ci si aspetta che vengano intraprese azioni per la risoluzione delle criticità nell’interesse di un’azienda (che appartiene a noi cittadini) il cui valore della produzione ammonta a 400 milioni di euro.

Per ora, hanno detto i vertici aziendali, “si stanno facendo azioni straordinarie per contenere il debito e ci si aspetta che diminuisca ma ahimè gli oneri finanziari hanno continuato a crescere e quindi nel 2024 saranno superiori al 2023. Anche per la fine del 2024 il rapporto tra Ebitda e oneri finanziari non riusciremo a rispettarlo e questo crea una difficoltà nell’interlocuzione con gli istituti finanziari. Per le unità di business gestite direttamente da Aimag, ci aspettiamo il mantenimento della marginalità, un margine operativo lordo più basso rispetto a quello dell’anno scorso, oneri finanziari più alti, con un utile netto negativo di qualche milione di euro alla fine dell’anno”.

Come performance economica non è un granché ma gli obiettivi raggiunti corrispondono a quelli dati da quella parte dell’Assemblea dei Soci che ha nominato il Cda?

Per finire, la doccia fredda sulle gare per le concessioni del servizio idrico integrato e della distribuzione del gas attese da 15 anni e sempre rimandate ma per le quali lo scenario è già stato tratteggiato. “Ci vuole una capacità finanziaria per affrontarle che in questo momento non abbiamo. Non c’è alternativa ed è un orizzonte al quale ci dobbiamo preparare fin da ora”. Azzerate le sfide, non possono che tramontare anche le alternative dell’aggregazione con Sorgea per il servizio idrico contestualmente alla possibilità di non partecipare alla gara del gas facendosi remunerare il valore delle reti dal soggetto che se le aggiudicherà.

In calce non si può non fare un riferimento a Soenergy la cui acquisizione consente a Sinergas di proseguire nel 2024 la crescita del portafoglio clienti e della marginalità industriale a testimonianza del fatto che quell’operazione tanto contestata non era sbagliata.

Tocca ai Sindaci che rappresentano noi cittadini lavorare per dare un futuro all’azienda costituendo un nuovo Patto di Sindacato, in caso contrario possiamo guardare alle Marche per capire cosa succederà.

S.G.

 

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