Chiunque vinca ha ottenuto una vittoria a metà

A Carpi la percentuale dell'affluenza non arriva al 50%. Non è solo disaffezione, stanchezza, distrazione, è anche protesta che si traduce in uno sciopero del voto. Chi spera nella vittoria si chiede se il calo avrà riguardato tutto l’elettorato trasversalmente o se avrà penalizzato l’una o l’altra parte.

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La preoccupazione principale era il dato dell’affluenza. Quanti elettori si recheranno a votare? Si supererà il 50%? La risposta, ancora una volta è sconsolante. Ad urne chiuse, la percentuale di votanti a Carpi per le elezioni regionali in Emilia Romagna si attesta al 48,02%, un dato in calo anche nel resto della regione, una di quelle che tradizionalmente hanno visto percentuali di partecipazione al voto molto alte.  C’era una volta, fino agli anni Novanta, in cui votava il 90% della popolazione carpigiana, nove cittadini su dieci e ancora nel 2005 per la Regione votò l’81,18%. Sono passati quasi vent’anni e oggi sono altri i numeri, da un altro mondo. A Carpi ha votato il 48,02%, neanche cinque cittadini su dieci, in calo rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2020 quando aveva votato il 68,7% ma il punto più basso era stato raggiunto alle regionali nel 2014 con il 40,19%. Un calo di quasi 20 punti, praticamente un crollo in un weekend di novembre, non certo uno estivo. Si va molto meno a votare e il dato dell’affluenza non è più una sorpresa. Come se l’elettorato fosse stanco, poco appassionato, indifferente alle schermaglie tra centrodestra e centrosinistra. Non è solo disaffezione, stanchezza, distrazione, è anche protesta che si traduce in uno sciopero del voto. Chi spera nella vittoria si chiede se il calo avrà riguardato tutto l’elettorato trasversalmente o se avrà penalizzato l’una o l’altra parte. Chiunque vinca, ha ottenuto una vittoria a metà… anzi meno di metà.

Sara Gelli

 

 

 

 

 

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