Vania Pederzoli di Rovereto sulla Secchia, consulente libera professionista in materia di sicurezza sul lavoro e igiene degli alimenti, è in lista con Rifondazione Comunista in vista del voto del 17 e 18 novembre. Con lei salgono a sette i candidati al Consiglio regionale dell’Emilia Romagna espressi dal territorio dell’Unione Terre d’Argine. Rifondazione Comunista si propone come “terza voce portatrice di un’idea di sviluppo radicalmente diversa dal centrodestra e differente anche dal campo largo del centrosinistra che ha governato negli ultimi 25 anni la nostra regione, ancora molto ricca, ma che ha smarrito il benessere diffuso generato dalla capacità di coniugare impresa e diritti di lavoratrici e lavoratori”. Militante di lungo corso, Pederzoli resta convinta dei suoi valori e che sia possibile un altro mondo e un’altra Italia con una società più equa e giusta.
Quando ha iniziato se lo ricorda?
La mia passione risale a quando ero bambina e desideravo diventare Presidente della Repubblica. Il ruolo di Assessore all’Istruzione e Pari Opportunità a Novi dal 2002 al 2012 prima con il Sindaco Daniela Malavasi e poi con Luisa Turci è stata la prima palestra politica, un’esperienza molto impegnativa ma molto bella. Avevo 30 anni ed è allora che mi sono resa conto * (ho toltne”necessità) di quanto la politica ti può assorbire fino a perdere il contatto con la realtà. Da qui la necessità di tornare alla vita normale per non allontanarsi dai problemi concreti delle persone.
Quali sono i temi che sente più suoi?
Le priorità sono nel nome della lista: Pace, Ambiente, Lavoro. In Emilia Romagna c’è il lavoro ma con salari bassi che vengono divorati dal caro vita ed è difficile trovare un alloggio. La Costituzione prevede che il salario sia adeguato al lavoro per una vita libera e dignitosa dei lavoratori e delle lavoratrici: la Regione può intervenire sui servizi che gestisce e invertire la rotta re-internalizzando dopo anni di appalti nel pubblico e nel privato con lavori sottopagati. Ambiente perché la questione non è più rimandabile per l’Emilia Romagna e per l’Italia: occorre abbandonare un modello di sviluppo predatorio e attuare la riconversione ecologica di tutti i settori dalla produzione fino alla mobilità. L’Emilia Romagna è la quarta regione per consumo di suolo ma è al primo posto per consumo di suolo in aree a rischio idrogeologico. Siamo contro i poli logistici, la Cisapadana, il Passante… Infine, il richiamo alla Pace perché siamo entrati in un’economia di guerra e ogni euro speso in armi è sottratto alle cittadine e ai cittadini che si vedono tagliare la sanità e perdono la garanzia dei diritti fondamentali contenuti nella Costituzione.
Cosa risponde a chi sostiene che siano ideali irrealizzabili?
Non è possibile un’altra realtà se non modificando il paradigma, così non si può più andare avanti ma manca la volontà politica di cambiare.
Come sarà la sua campagna elettorale?
A differenza delle altre forze politiche già presenti in Consiglio regionale abbiamo dovuto raccogliere le firme per poterci presentare alle elezioni e siamo arrivati a 900 firme nel collegio di Modena presentate in tribunale il 18 ottobre. Non ci sono grandi risorse e facciamo come possiamo, anche andando fino a Frassinoro per le affissioni. I mezzi sono ridotti ma siamo molto convinti delle nostre idee e ci mettiamo a disposizione del progetto in modo disinteressato.
Teme gli altri candidati?
Faccio la mia campagna elettorale per raccogliere voti e consentire l’elezione di nostri rappresentanti in Regione. La legge elettorale non ci aiuta ma in democrazia ci sentiamo fondamentali.
S.G.