Taurasi candidato alle regionali, “io corro da solo”

“Non appartengo più al PD e non sono iscritto ad altri partiti, ma ho accettato con gratitudine la proposta di Italia Viva, dopo la decisione di Giulia Pigoni di non candidarsi, di rappresentare l’area riformista nel centrosinistra – spiega – e cercherò il sostegno delle forze civiche e di chiunque si ispiri ai valori di quell’area: in coerenza con quella che è stata la mia storia politica”.

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C’è un settimo carpigiano candidato per il Consiglio regionale dell’Emila Romagna alle elezioni dei 17 e 18 novembre: il nome di Giovanni Taurasi è nella lista dei ‘Civici con De Pascale Presidente’. La sua vita poteva continuare così come fino a qualche giorno fa l’aveva vissuta ma “davanti alla richiesta di una mia disponibilità a candidarmi alle regionali la passione atavica per la politica ha prevalso. A conferma del fatto che non sono alla ricerca di una poltrona, come si è soliti dire, ne ho appena lasciata una dimettendomi dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Una breve e bella esperienza, ma sapevo che dovevo dimettermi anche solo per candidarmi”.

Reduce dalle primarie del marzo scorso per la scelta del candidato sindaco a Carpi, Taurasi si mette nuovamente in gioco. “Non appartengo più al PD e non sono iscritto ad altri partiti, ma ho accettato con gratitudine la proposta di Italia Viva, dopo la decisione di Giulia Pigoni di non candidarsi, di rappresentare l’area riformista nel centrosinistra – spiega – e cercherò il sostegno delle forze civiche e di chiunque si ispiri ai valori di quell’area: in coerenza con quella che è stata la mia storia politica”.

Da chi si aspetta di essere votato?

Da chi pensa che possa rappresentare il territorio attraverso le mie competenze, contribuendo sia sui temi che mi sono più cari, come quelli culturali, che negli altri ambiti di competenza della Regione per la conoscenza maturata lavorandoci come dipendente per dieci anni in assessorato scuola, Assemblea legislativa, Presidenza e ora assessorato cultura. Penso di conoscere la vita amministrativa e le dinamiche regionali e di poter essere una voce del territorio.

Se la ricorda la sua prima volta in politica?

Nel 1995 a 24 anni sono entrato in Consiglio Comunale dove sono rimasto per tre mandati ricoprendo nell’ultimo la carica di Presidente del Consiglio. Ho vissuto per la politica, ma non di politica, continuando il mio lavoro di dipendente nella pubblica amministrazione e di scrittore e storico, svolgendo attività di ricerca e didattica.

Cosa le ha fatto scattare la molla dell’impegno in politica?

La stagione dell’Ulivo degli anni ’90 mi ha spinto ad attivarmi. Provengo dalla sinistra democratica e quando è nato il centrosinistra mi sono ritrovato in quel progetto che rappresentava una speranza per l’Italia dopo la stagione di Tangentopoli e la sconfitta dei Progressisti contro Berlusconi. Per i giovani della mia generazione i punti di riferimento erano Prodi e Veltroni.

Come sarà la sua campagna elettorale?

Ho cominciato a mio modo, incontrando le persone per capire le loro esigenze, girando tra mercati, centri storici, zone industriali, bar, polisportive… Sto misurando con il contapassi quanta strada percorro ogni giorno. Poco sui social e molto sui marciapiedi. Pochi selfie e molte piazze. Mai meno di 15 mila passi al giorno. Alla fine farò il bilancio.

Quali sono i temi che sente più suoi?

Se ti candidi a fare il consigliere, devi impegnarti a 360 gradi. La nostra Regione offre un’alta qualità di servizi e ha una storia di ottima amministrazione, però alcuni problemi ci sono, perché la società è cambiata e servono nuove risposte. Oggi uno dei problemi principali da affrontare è il tema abitativo e della casa. Occorre inoltre promuovere nuovi servizi, come l’estensione del servizio di supporto psicologico da parificare all’assistenza medica di base.

Viviamo un’epoca di grandi sfide e trasformazioni. Pensiamo ad esempio ai cambiamenti climatici, che hanno colpito duramente la nostra regione nell’ultimo anno e al tema dell’immigrazione. De Pascale ha evidenziato giustamente la necessità di cambiamenti sulle politiche per la sanità e per la sicurezza del territorio legata al tema del dissesto idrogeologico.

Ho scelto per questo come slogan una strofa di Pierangelo Bertoli, perché l’Emilia-Romagna deve avere sempre “un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, ossia essere capace di innovare e competere, senza mai perdere i valori della sua tradizione. Occorre sburocratizzare e avvicinare la Regione maggiormente ai cittadini: avere un punto di riferimento in un consigliere regionale può essere utile per favorire il dialogo con un ente che appare lontano. Se eletto avrò particolare attenzione per il trasporto pubblico: penso ai collegamenti ferroviari tra Mantova-Carpi-Modena-Bologna/Parma: è necessario un potenziamento delle corse anche serali e la risoluzione dei troppi disservizi. Li vivo quotidianamente da pendolare e so di cosa parlo.

Vuole dire qualcosa ai suoi concorrenti carpigiani?

In bocca al lupo. Non li vedo come concorrenti: meglio se ci saranno più voci del territorio. La mia candidatura è al servizio della comunità, non contro altri. Poi ovviamente io sostengo la candidatura di De Pascale nella sua lista civica e faccio la mia corsa.

S.G.

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