Pronto Soccorso, dopo i nuovi muri, il nervo scoperto resta quello del personale

Il cantiere legato all’ampliamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi si sarebbe dovuto concludere lo scorso 15 settembre ma qualcosa evidentemente è andato storto. A cosa sono imputabili il ritardo e l’ulteriore esborso economico di 140mila euro?

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Il cantiere legato all’ampliamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi si sarebbe dovuto concludere lo scorso 15 settembre ma qualcosa evidentemente è andato storto. Ma a cosa sono imputabili il ritardo e l’ulteriore esborso economico di 140mila euro?

“I lavori di ampliamento – spiegano dall’Ausl di Modena – stanno procedendo, con conclusione prevista il 31 ottobre, cui seguirà la fase di collaudo e quella autorizzativa. Nelle ultime settimane, parallelamente ai lavori edili, sono stati avviati anche quelli per la realizzazione delle opere propedeutiche all’installazione delle strumentazioni radiologiche, TAC e RX, che, pur determinando un lieve ritardo nella consegna dei lavori, consentiranno di abbreviare le tempistiche di messa in funzione dei macchinari”.

Il progetto complessivo, lo ricordiamo, prevede la realizzazione di una struttura di circa 900 metri quadri attigua al PS esistente, con nuovi ambulatori, locali e strumentazioni tecnologiche per l’approfondimento diagnostico, al servizio del sistema di Emergenza-Urgenza carpigiano.

I nuovi spazi, una volta fruibili, porteranno una vera e propria boccata di ossigeno agli operatori del Pronto Soccorso, da anni alle prese con una cronica mancanza di spazi e, al contempo, allevieranno i disagi di coloro che vi si recano, spesso costretti a lunghe attese legate proprio a tale carenza.

“L’investimento totale – proseguono dall’azienda sanitaria –  che comprende anche il riassetto (già ultimato) di alcune aree del PS attualmente in funzione, è di oltre 4 milioni e 600mila euro, di cui poco più di 3 milioni di finanziamenti statali per la riorganizzazione delle reti ospedaliere per l’emergenza Covid, 750mila euro provenienti da donazioni, 350mila euro di finanziamento regionale e 400mila di fondi aziendali”.

Un investimento corposo ma necessario perchè il Pronto Soccorso, vera e propria porta di ingresso dell’ospedale, deve poter prendere in carico in ambienti consoni, adeguati e attrezzati (la variante economica di 140.000 euro è stata concessa per consentire l’installazione delle due diagnostiche TAC e RX nei nuovi locali) tutte le acuzie e le emergenze in arrivo. Dopo i muri, operativi entro la fine del 2024, il nervo scoperto resta ora quello del personale sanitario, provato da anni di sottorganico a fronte della “difficoltà di reclutamento” da parte dell’azienda. Un trend preoccupante che interessa tutto il Paese e da cui Carpi, purtroppo, non è immune.

Jessica Bianchi

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