La geopolitica irrompe nelle piccole e medie imprese

La prospettiva è stata ben illustrata in occasione del primo appuntamento della rassegna promossa da Lapam Confartigianato Orizzonti globali. Rischi geopolitici e opportunità per le PMI italiane. Sono intervenuti a Carpi lunedì 14 ottobre presso il Tecnopolo Universitario Francesco Dalmazi Casini, giornalista e direttore di Aliseo, e Greta Cristini, analista geopolitica, reporter, autrice del podcast “Il Grande Gioco”

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Nella gestione d’impresa non bastano più le competenze d’economia. Inquadrare la politica commerciale all’interno dello scenario geopolitico è diventato fondamentale, anche per le piccole e medie imprese. La prospettiva è stata ben illustrata in occasione del primo appuntamento della rassegna promossa da Lapam Confartigianato Orizzonti globali. Rischi geopolitici e opportunità per le PMI italiane. Sono intervenuti a Carpi lunedì 14 ottobre presso il Tecnopolo Universitario Francesco Dalmazi Casini, giornalista e direttore di Aliseo, e Greta Cristini, analista geopolitica, reporter, autrice del podcast “Il Grande Gioco” per leggere la crisi della globalizzazione e fornire un’analisi sull’attuale crisi della globalizzazione con focus su eventi geopolitici e il loro impatto sulle economie europee.Il mondo che abbiamo conosciuto finora, concepito come un grande mercato in cui fare business, non esiste più ed è finita la globalizzazione garantita dalla pax americana. “La crisi della globalizzazione nasce dentro la pancia degli Stati Uniti” ha spiegato Greta Cristini rievocando la retorica americana degli anni Duemila e quell’idea di poter restare egemoni senza un’industria forte facendo della Cina la fabbrica del mondo nell’illusione che la Cina non avrebbe potuto resistere all’attrazione americana. E invece la Cina non si è democraticizzata e non è entrata nell’orbita statunitense, mentre gli Usa sono entrati in crisi con loro stessi con contraccolpi non indifferenti “per il reticolato di alleanze aggrappate all’ombelico americano”.

“Finché gli Stati Uniti – afferma Dalmazi Casini – sono stati i più forti bastava uno schiocco di dita per far abbassare la testa agli altri Paesi. Oggi non riescono a domare gli Houthi, i miliziani che tengono in scacco il canale di Suez” con conseguenze inevitabili per il traffico delle merci occidentali a differenza di quelle cinesi. Grazie all’intermediazione dell’Iran, la Cina ha trattato con gli Houthi.

Se l’America non fa più paura e la deterrenza non funziona, sempre più Paesi pensano di poter sfidare quest’ordine delle cose. Per ora nessuno è in grado di prendere il posto degli Usa.

Noi siamo attori che non contano niente sullo scacchiere internazionale ma subiamo il contraccolpo maggiore che può diventare un vero e proprio tsunami” se schizzano i costi dei trasporti, i costi energetici, i premi assicurativi, le sanzioni e le dispute commerciali. “Viviamo in mezzo all’instabilità per il deterioramento della sicurezza (per esempio sicurezza delle basi marittime dove passa il 95% delle merci)  in un mondo che non è più quello esistito fino a ieri”.

L’Italia è dentro un sistema da cui non può uscire così come altri Paesi dell’Europa che non sono messi meglio di noi. L’Italia ha strumenti, anche europei, per muoversi in un contesto così complicato? chiedono dal pubblico. “Nei negoziati l’interesse comune europeo non esiste e gli americani oggi ci chiedono una leadership per la quale c’è una continua lotta. In Europa ci sono Paesi che immaginano Bruxelles come un portafogli e altri che fanno da colonna filorussa”.

E la transizione ecologica? chiede un altro piuttosto critico rispetto alle scelte europee. “Rischia di essere un assunto ideologico. Molto difficilmente gli obiettivi europei verranno raggiunti, anche per le problematiche insite nelle tecnologie stesse come l’intermittenza) e il prezzo rischia di essere molto alto perché le rinnovabili dipendono da filiere che non sono nostre. Non è un caso se si assiste all’aumento di investimenti in gasdotti, oleodotti e rigassificatori, se li stiamo costruendo significa che facciamo i conti con la realtà”.

L’orizzonte delle piccole e medie imprese si fa sempre più complicato ma ciò che le circonda, la geopolitica, può diventare un bacino di informazioni sulla base delle quali elaborare dati e possibili soluzioni per il business.

Energia, materie prime, supply chain: verso un mondo meno globale con Simona Benedettini e Alessandro Gorgoni è il prossimo incontro in programma il 24 ottobre alle 18.30 a Modena nella sede centrale Lapam in via Emilia Ovest 755.

S.G.

 

 

 

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