A Novi, dall’inizio dell’estate, il Comitato Rivogliamo la nostra Torre ha lanciato una petizione per dire no al progetto relativo alla ricostruzione della Torre civica di Piazza Primo Maggio, poiché non ne rispecchierebbe il forte ruolo simbolico e identitario. “Una ricostruzione – si legge nel testo della petizione – che non sia uno strappo alla memoria storica di chi ha abitato il comune dai primi decenni del secolo scorso, che resti identitaria per tutta la comunità e lo possa comunque essere per le giovani generazioni che non hanno mai potuto vederla dopo il crollo dovuto al sisma del 2012, ma ai quali viene continuamente riproposta l’immagine dalle loro famiglie, dalla scuola e dai contesti più disparati che gli si presentano davanti a partire dal web”.
La petizione ha raccolto 1.409 firme ed è stata inviata alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna che ha risposto ai promotori lo scorso 2 ottobre prendendo atto dell’istanza ma ribadendo il proprio sostegno al progetto approvato: “si prende atto di quanto posto all’attenzione di questo Ufficio, tuttavia si rileva che la questione della ricostruzione della torre è stata ampiamente discussa e argomentata con l’amministrazione comunale fin dall’indomani del crollo e che si è giunti nel 2022 all’approvazione definitiva del progetto, con una risoluzione della perdita attentamente meditata e concertata”.
“Siamo consapevoli che la nostra Torre merlata non c’è più – afferma Diego Zanotti, tra i promotori della petizione – ma non vogliamo arrenderci a un progetto di così basso profilo come quello approvato, non vogliamo perdere l’identità del nostro paese che quella torre crollata rappresentava e rappresenta ancora. Il progetto approvato è un ennesimo falso storico che scimmiotta la torre settecentesca e che nessuno ha mai visto, se non in qualche sgualcita immagine antica, e non fa altro che evidenziare la completa mancanza di coraggio di chi l’ha pensata. Se si deve pensare a un falso storico che almeno sia una rivisitazione in chiave moderna di quella crollata, che è quella che è tuttora nella memoria di tutti i novesi. Non c’è stato nemmeno il coraggio di proporne una davvero contemporanea e dirompente nello stile e nelle linee, che potesse diventare il simbolo delle future generazioni. Molto probabilmente non avrebbe comunque convinto: dopo tutto ciò che ha tolto il sisma, una comunità ha bisogno di riconoscersi anche nei simboli che ha perduto, ma almeno sarebbe stata una scelta coraggiosa e di futuro”.
La torre civica di piazza Primo Maggio, così come ogni cittadino l’ha sempre vista fino al 2 giugno 2012, gli fa eco Mara Manicardi, anch’ella tra i promotori della raccolta firme, “è la nostra Torre, è la Torre simbolo di una intera comunità, è la Torre che si ritrova nella maggior parte dei loghi delle associazioni di volontariato del paese, è la Torre che rappresenta la nostra Proloco, è la Torre che spesso e volentieri compare nei simboli elettorali delle liste che si presentano alle elezioni amministrative, è la Torre che almeno una volta è stata rappresentata nelle opere di tutti gli artisti di origini o di adozione novese, è stata ed è spesso il logo di attività imprenditoriali nate e cresciute in questo comune, è l’immagine che per prima compare nelle ricerche di Google digitando Novi di Modena, questo è per i novesi la torre merlata”.
Il comitato, in rappresentanza di tutti i firmatari, chiedeva di essere “ricevuto dal Soprintendente responsabile del procedimento al fine di esporre tutte le osservazioni che, a nostro avviso, non sono emerse in fase di progettazione e/o non sono state prese in considerazione al fine di rivalutarne la sua ricostruzione nelle forme architettoniche che i firmatari sentono come imprescindibili” ma, dopo il due di picche ricevuto da Bologna, prosegue Zanotti, abbiamo chiesto al sindaco Enrico Diacci che si faccia promotore di un’assemblea pubblica, invitando tra i relatori la Soprintendenza e i tecnici progettisti della nuova Torre, affinché spieghino ai novesi, cosa intendono per Riedizione della torre crollata che cerca di restituire la lettura delle masse fabbricative e dei caratteri identitari della torre stessa come da risposta della Soprintendenza. Crediamo che almeno questo i novesi se lo meritino”.
J.B.