I precari della scuola scendono in strada anche a Bologna

Oggi, venerdì 30 agosto, è il giorno della protesta. I precari della scuola scendono in strada anche a Bologna contro l'esclusione dalle nuove assunzioni degli idonei del concorso del 2020. Persone che pur avendo superato tutte le prove e dimostrato la loro competenza, si vedono negare l’accesso al ruolo a tempo indeterminato.  

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Oggi, venerdì 30 agosto, è il giorno della protesta. I precari della scuola scendono in strada anche a Bologna contro l’esclusione dalle nuove assunzioni degli idonei del concorso del 2020. Persone che pur avendo superato tutte le prove e dimostrato la loro competenza, si vedono negare l’accesso al ruolo a tempo indeterminato. La protesta, organizzata dal coordinamento Idonei 2020 per il ruolo, vuole dire no alla decisione del ministro Valditara di limitare le assunzioni del personale docente a 45.000 unità e contemporaneamente bandire nuovi concorsi Pnrr. “Le graduatorie dei concorsi pubblici  – spiega Monica Ottaviani, segretaria regionale di FLC-Cgil, al microfono di Alessio Aymone – devono essere completamente esaurite invece questo ministro decide che è arrivato il momento di bandire altri concorsi mentre noi abbiamo graduatorie del 2020 con vari idonei che potrebbero andare a ricoprire i posti che oggi saranno occupati da supplenti”.

Quest’anno, prosegue la sindacalista, “più degli anni scorsi, la scuola precaria perché le assunzioni in fase di effettuazione vengono effettuate solo su una parte dei posti disponibili. Parliamo di contingenti che vengono stabiliti a livello nazionale e sui quali insiste anche una decisione del Ministero dell’economia e delle finanze: per il personale docente si tratta del 70% mentre per quello Ata del 30%. In Emilia Romagna dovrebbero essere circa 3.300 i posti destinati alle operazioni di ruolo ma sono solo una parte di quelli a cui invece si dovrebbe dare stabilità”.

La scuola, conclude, “ha bisogno di certezze nella determinazione degli organici e nella programmazione, solo così il sistema scolastico pubblico può avere la stabilità di cui necessita”.

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