La Fondazione Hospice San Martino, in un post sulla propria pagina Facebok, comunica che l’iter autorizzativo per la realizzazione dell’Hospice a San Possidonio sta volgendo al termine e che l’avvio dei lavori è previsto per i primi mesi del 2025.
“Finalmente guardiamo con fiducia alla realizzazione del nostro Hospice San Martino a San Possidonio in quanto l’iter autorizzativo si è incamminato verso la dirittura d’arrivo e l’avvio dei lavori per i primi mesi del 2025 può considerarsi certo!L’Hospice è una struttura residenziale alternativa o complementare al domicilio del paziente quando la marcia della malattia non potrà più essere arrestata. Una struttura di piccole dimensioni atta garantire il benessere fisico, psicologico e relazionale del malato e dei familiari, il comfort ambientale, la sicurezza nell’utilizzo degli spazi e la tutela della privacy e della riservatezza. Le scelte progettuali sono sempre più orientate a privilegiare il rapporto con la natura e l’ambiente con le evidenze scientifiche, ormai numerose, che ci illustrano chiaramente i benefici ottenibili con questa impostazione per le persone assistite, per gli operatori, per i caregiver. Una volta individuata la località Ponte Pioppa, quale area baricentrica a Carpi e Mirandola e prossima a gran parte degli altri Comuni interessati, è stato indispensabile produrre un piano di recupero ambientale e un progetto di inserimento paesaggistico frutto di un confronto approfondito con la Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio. L’intervento amplia la sua connotazione positiva per il contesto sociale in quanto, oltre a realizzare una significativa struttura assistenziale, recupera e rende fruibile alla popolazione un luogo abbandonato dall’uomo, come nel nostro caso la vecchia fornace di Ponte Pioppa abbandonata da anni e che con questo intervento ha l’opportunità di essere “rivissuta” anche se in chiave moderna e non con la sua antica funzione. La fornace nel tempo verrà ristrutturata per allocarvi funzioni complementari all’Hospice”.
Queste le caratteristiche del progetto: “la prima fase del recupero ambientale – prosegue la Fondazione nel post – riguarda la realizzazione dell’Hospice impegnando 20.000 mq di cui oltre la metà 11.000 mq dedicati alla natura e all’ambiente: parco-giardino funzionale con zone di sosta arricchite da alberature ed essenze autoctone, parco fluviale pubblico adiacente all’argine destro del fiume Secchia. L’intervento nel suo complesso si pone l’obiettivo di non interrompere le connessioni verdi esistenti attraverso l’inserimento di opportuna ed idonea vegetazione in continuità con il sistema della vegetazione esistente, non di tipo ornamentale ma coerente con tipologie da verde fluviale, con porzioni di macchia arborea/vegetativa e radure. Percorsi pedonali faranno apprezzare la nuova vegetazione autoctona inserita nel contesto, in particolare con una piantumazione di filari di alberi che creeranno segni territoriali in direzione del fiume. L’inserimento dei due corpi di fabbrica che andranno a comporre l’Hospice per un totale di 2300 mq uniti tra di loro ma con una permeabilità visiva data dalla trasparenze delle tamponature, consentirà di leggere la vegetazione oltre l’Hospice fin verso l’argine del fiume Secchia. Il complessivo intervento di recupero ambientale renderà l’intero complesso piacevole sia alla vista in tutta la sua varietà, sia dalla strada sia dall’argine del fiume. Si viene così a realizzare il riscatto di un luogo abbondonato dall’uomo al paesaggio, al territorio e a una comunità. Un luogo fruibile da tutti con al centro l’Hospice, ovvero “una casa specializzata come un ospedale, un ospedale caldo come una casa”. Un luogo per persone la cui malattia non può più essere arrestata, con l’obiettivo di tenere alta la qualità della vita residua riducendo il livello di sofferenza e dolore”.