Emma Cocco e il Toy Design, inventare giochi per bambini è una cosa seria

La carpigiana 24enne Emma Cocco, con una laurea triennale in Design e Arti conseguita all’Università di Bolzano in tasca, e ora iscritta alla magistrale in Eco-social-design presso lo stesso ateneo, da grande vuole dedicarsi al design declinato all’infanzia. “Per la mia tesi - racconta - ho sviluppato Mimamusica, un gioco di carte didattico pensato per essere utilizzato in classe da bimbi tra i 6 e i 10 anni o a casa, privatamente. Ho fatto un grande lavoro di ricerca sulla musica nell’infanzia e Mimamusica insegna in modo ludico i parametri musicali che la scuola primaria si pone come obiettivo. Il mio auspicio è che possa essere pubblicato da una casa editrice”.

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Emma Cocco

Giocare è una cosa seria e avere a che fare coi bambini lo è ancora di più. Lo sa bene chi ha deciso di fare del Toy Design il proprio ambito di ricerca. Inventare e progettare giochi – così come creare oggetti destinati ai più piccoli, come i libri illustrati ad esempio – non è affatto un gioco da ragazzi. Il gioco infatti dev’essere uno strumento di conoscenza del mondo e di se stessi ma, allo stesso tempo, deve accendere l’immaginazione e far volare la fantasia. Oggetti aperti che invitano il bambino a interagire, incoraggiandolo a esplorare e a sviluppare le proprie competenze cognitive, motorie e sociali. Insomma giochi capaci di meravigliare e stupire e che per questo non sono destinati a finire dimenticati dentro a una scatola. Ad essere affascinata da questa nicchia del design è anche la carpigiana 24enne Emma Cocco. Con una laurea triennale in Design e Arti conseguita all’Università di Bolzano in tasca,  e ora iscritta alla magistrale in Eco-social-design presso lo stesso ateneo, da grande vuole dedicarsi al design declinato all’infanzia.

“Dopo un anno trascorso alla facoltà di Lingue a Bologna – spiega Emma – ho capito che quell’ambito non faceva per me e ho deciso di trasferirmi a Bolzano, dove vivo tuttora, perché l’ateneo altoatesino offre innumerevoli possibilità. L’ambiente è giovane ed estremamente stimolante grazie alla presenza di numerosi atelier e officine dove sperimentarsi e realizzare progetti. Luoghi che favoriscono il lavoro individuale così come quello di gruppo e dove avviene uno scambio continuo tra teoria e pratica. Gli studenti vengono da tutta Europa dal momento che il corso triennale è trilingue (inglese, tedesco e italiano) e l’approccio al design ha un respiro decisamente europeo. Ora, grazie al percorso di studi della Magistrale, il cui fil rouge è quello della sostenibilità sociale e ambientale, lavoriamo a progetti partecipativi, nei quali la cittadinanza è protagonista, su tutto il territorio dell’Alto Adige. Un’esperienza formativa davvero affascinante”.

Emma Cocco – che al momento è impegnata insieme a una designer in un tirocinio extra curricolare durante il quale sta realizzando la parte grafica relativa alla comunicazione del Festival letteratura di Mantova, dai gadget al programma, agli allestimenti – nutre una vera e propria predilezione per il design per bambini. “Per la mia tesi – racconta la studentessa – ho sviluppato Mimamusica, un gioco di carte didattico pensato per essere utilizzato in classe da bimbi tra i 6 e i 10 anni o a casa, privatamente. L’ho sperimentato in alcuni campigioco a Carpi ed è stata una enorme soddisfazione vedere le facce divertite dei bambini mentre lo usavano. Ho fatto un grande lavoro di ricerca sulla musica nell’infanzia e Mimamusica insegna in modo ludico i parametri musicali che la scuola primaria si pone come obiettivo. Il mio auspicio è che possa essere pubblicato da una casa editrice”.

L’Università di Bolzano, prosegue Emma, “ti consente di esplorare le tue passioni, ognuno è libero di specializzarsi nell’ambito che più lo interessa. Io ad esempio il prossimo semestre vorrei svolgere il mio Erasmus in Germania, vicino Lipsia, proprio per approfondire il design declinato all’infanzia, tra cui quello dei giochi”. Per il suo futuro la studentessa ha le idee chiare: “sicuramente vorrò fare un’esperienza all’estero. In un paese scandinavo, regno indiscusso del design, o in Germana, dove ho scoperto piccole e inaspettate realtà davvero interessanti”.

Jessica Bianchi

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