Gemma Orlando, “con le mie illustrazioni creo nuovi mondi”

La carpigiana Gemma Orlando, 35 anni, product developer per un'azienda di moda di Carpi, da sempre porta avanti la passione per il disegno approfondita anche tramite studi specifici. Con uno stile tra l'onirico, il romantico e il nostalgico dice: “mi piace pensare che chi guarda una mia illustrazione possa sentirsi subito connesso a un proprio ricordo o a un posto familiare, anche se è la prima volta che vede quell’immagine. Uno dei miei sogni è illustrare un albo per l'infanzia”.

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Gemma Orlando

Per Gemma Orlando, 35enne carpigiana, diplomata al liceo artistico e laureata in design della moda, illustrare è un modo per raccontare altri mondi possibile a partire da quello reale.

Gemma, quando è nata la tua passione per l’illustrazione? È legata a una persona o a un’esperienza vissuta?

“Se dovessi pensare a quando ho iniziato a disegnare la risposta sarebbe all’asilo! Da quando ho impugnato una matita non ho mai smesso, per me è sempre stato un modo di interpretare la realtà, raccontarla e fantasticare su ciò che mi circonda. Crescendo, ho trovato tramite il disegno il mio mezzo di espressione e, nei momenti più difficili, è stata una valvola di sfogo che mi ha aiutato a gestire ansia e stress. Durante il liceo e le scuole medie non smettevo mai di disegnare, spesso i professori mi rimproveravano perché durante le lezioni la mia testa era china su un disegno, ma chi mi conosce veramente ha sempre chiuso un occhio rispetto a questa mia trasgressione: avevano capito che per me era necessario continuare a disegnare”.

Hai frequentato dei corsi? Che tecnica usi?

“Ho scoperto che l’illustrazione poteva essere un vero e proprio studio durante gli anni dell’università: lì ho frequentato il mio primo corso che mi ha aperto gli occhi verso un mondo dove il disegno è sia libero che strutturato tramite regole precise. La cosa che mi ha colpito di più è stato capire che tramite le immagini che creavo potevo raccontare una storia, come aprire un’ulteriore porta verso la mia immaginazione. Durante il periodo del Covid e del lockdown ho seguito un corso biennale di Illustrazione per l’editoria e l’infanzia approfondendo così ulteriormente le varie tecniche, e ho cercato di iniziare a definire un mio stile che potesse essere riconoscibile. I media che prediligo sono la matita e l’acquerello e, più recentemente, ho introdotto il digitale, dove però cerco di preservare il più possibile l’aspetto delle tecniche manuali. Mi piace pensare al disegno digitale come a un tromphé l’oeil di un disegno manuale”.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti e dove trai l’ispirazione?

“I miei soggetti traggono spesso ispirazione dal quotidiano e da ciò che mi circonda. Mi piace fissare delle immagini della giornata vissuta, magari in seguito a una gita o un viaggio e ricamarci sopra un possibile messaggio, spesso legato ad un ricordo dell’infanzia. Tenere una sorta di diario illustrato mi aiuta a ricavare i soggetti per le mie illustrazione definitive”.

Cosa vorresti trasmettere con le tue illustrazioni e come definiresti il tuo stile?

“Mi piace pensare che chi guarda una mia illustrazione possa sentirsi subito connesso a un proprio ricordo o a un posto familiare, anche se è la prima volta che vede quell’immagine. Per me è importante che osservando il disegno e descrivendolo si possa raccontare un pezzetto di storia, per questo aggiungo piccoli particolari ai soggetti come indizi da seguire. Definirei il mio stile sognante, un pizzico romantico e un po’ nostalgico”.

Sogni e progetti per il futuro?

“Per il futuro mi piacerebbe fare di questa passione un vero e proprio lavoro. Uno dei miei sogni è illustrare un albo per l’infanzia”.

Chiara Sorrentino

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