Helping profession, il problema casa resta centrale

Oggi, 1° luglio, 32 agenti della Polizia di Stato del modenese, otterranno il trasferimento per tornare nella loro città d’origine, oppure verso una sede ritenuta più confacente alle proprie aspettative di vita dopo aver maturato il periodo minimo di permanenza. Tra le motivazioni che spingono loro, così come molti altri professionisti, infermieri e Oss in primis, ad andarsene vi è il problema legato alla casa. Appartamenti difficili da reperire e dai costi elevatissimi

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Oggi, 1° luglio, 32 agenti della Polizia di Stato del modenese, otterranno il trasferimento per tornare nella loro città d’origine, oppure verso una sede ritenuta più confacente alle proprie aspettative di vita dopo aver maturato il periodo minimo di permanenza.

Questi 32 poliziotti saranno tutti sostituiti, soprattutto da agenti in prova appena usciti dalle scuole di Polizia, i quali probabilmente ripeteranno il ciclo che si conclude per l’appunto il primo luglio: pochissimi anni in questa sede e poi via. “La stragrande maggioranza di chi va via, è a Modena da 2 o 3 anni, tanti altri da appena un anno o poco più come nel caso delle sedi disagiate di Mirandola e di Modena Nord e, molto spesso per non dire quasi sempre, ci sentiamo dire che il problema della casa è fondamentale per maturare la scelta di andare altrove. Due o tre anni di servizio, perlopiù passati lavorando e facendo vita da caserma, – spiega il segretario del Siulp Roberto Butelli – senza vivere mai concretamente la città e senza sentirsi parte integrante di questa comunità, ma solo pensando al momento in cui verrà maturata la minima anzianità di sede per poter andar via”.  Appartamenti difficili da reperire e dai costi elevatissimi.

Il problema non è solo della Polizia di Stato o delle Forze dell’Ordine, ma di tutte le cosiddette helping profession e di quelle professioni che possono essere definite di pubblica utilità, “nonostante l’Istat – conclude Butelli – abbia certificato non molto tempo fa che nella sola città di Modena vi siano 12.000 abitazioni sfitte”.

Una sorta di “piano casa” secondo il Siulp è fortemente necessario, ora più che mai per contrastare una deriva che sembra inarrestabile.

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