Le Aziende Pubbliche Sanitarie Modenesi sono affannate per abbattere le liste d’attesa delle prime visite ma secondo l’analisi del Sindacato UILFPL di Modena “il problema non si risolverà perché le strutture pubbliche con la scarsità di personale e posti letto non saranno in grado di soddisfare la domanda. La crescente difficoltà a reperire personale sanitario in particolare la categoria infermieristica sarà il vero ostacolo all’intera sostenibilità dei servizi”. Una carenza, tra l’altro secondo l’analisi della UILFPL, che se “non gestita e ben amministrata è destinata ad aggravarsi portandoci al collasso dei servizi. Non bastano le nuove Case di Comunità previste dal PNRR a risolvere i problemi della sanità, se non si affrontano i nodi centrali della crisi profonda degli Ospedali e delle risorse per il reclutamento del personale. In queste condizioni sarà impossibile attuare ciò che è previsto dal PNRR sulla medicina territoriale. Non basta la costruzione di nuovi edifici, come le Case di Comunità, che non rispondono affatto all’idea di prossimità delle cure e rischiano di restare cattedrali nel deserto senza alcun collegamento con l’ospedale.
Il primo intervento urgente e non più rinviabile è quello di assumere un numero consistente di Infermieri e Medici per potenziare gli ospedali ed i servizi territoriali senza l’alibi della difficoltà di reperire tali professionisti.
Dall’azienda ci fanno sapere che non si riesce a reperire il personale ma questo non vorremmo che fosse solo un alibi ragionieristico per risparmiare”.
Inoltre, continua il sindacato, va frenato l’esodo di questi professionisti che ormai non provano più alcuna attrazione per i Servizi Pubblici.
“Purtroppo lo scenario di scarsità di risorse in cui versano i servizi pubblici sembra respingere e costringere i nostri più giovani e promettenti infermieri a guardarsi attorno e cercare prospettive al di fuori dal Servizio Sanitario pubblico o, peggio ancora, fuori dall’Italia.
Nelle aziende sanitarie locali per gli infermieri vale ancora la regola dell’“uno vale uno”, o anche “uno vale l’altro”, e addirittura adesso vale anche la regola che si può fare senza in quanto non vengono per nulla riconosciute tutte le competenze acquisite, il che significa lavorare ovunque c’è bisogno con le stesse probabilità e con la concreta possibilità di ruotare continuamente all’interno del Sistema dell’uno vale l’altro fino alla fine.
Senza contare il rischio di burnout legato al sistematico ed eccessivo ricorso agli straordinari (data la carenza di personale), al repentino cambiamento di ambiente professionale, all’organizzazione del lavoro su turni. Per non parlare dell’assistenza sul territorio, dove a differenza degli standard previsti dal decreto di applicazione del Pnrr mancano almeno il 60% delle risorse previste.
Come si può pensare di fare senza Infermieri per gestire tutta la domiciliarità, il sistema di emergenza urgenza territoriale, le case e gli ospedali di comunità, i servizi di cura della salute mentale, la rete dei servizi per il sostegno e l’assistenza ai cronici con multi-cronicità”.
Mel territorio Modenese gli infermieri sono i più introvabili e ricercati del personale sanitario. Anche più dei medici. “Già oggi ne mancano almeno 280 nella sola Azienda Usl di Modena, ma nei prossimi mesi ne mancheranno di più se non s’interviene da subito e in quasi tutte le articolazioni tali profili non possono essere semplicemente rimpiazzati con altre figure professionali. Preoccupa soprattutto la situazione nei distretti di Mirandola, Carpi e Pavullo dove la carenza è tale da compromettere l’intero sistema sanitario. E ora con l’arrivo dell’estate l’emergenza-carenza si farà sentire più forte e porterà alla luce il vero problema dei servizi sanitari”.
Una perdita destinata ad aggravarsi sempre di più a causa di pensionamenti, dimissioni, trasferimenti e mancata sostituzione.
La UILFPL definisce la situazione di carenza del personale infermieristico “una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in questi mesi estivi. I lavoratori sono stanchi di essere presi in giro con promesse fatte e non mantenute, non solo per il grande problema del blocco di assunzioni ma anche per le carriere e il riconoscimento professionale di tutto il Personale sanitario del comparto con particolare riferimento a tutti gli incarichi di funzione anch’essi sfruttati e non riconosciuti e che ormai vivono di promesse fatte. Tutti stanno affrontando la riorganizzazione e la carenza di personale con disagi non più tollerabili che stanno pregiudicando il loro equilibrio psico-fisico”.
L’appello dei sindacati all’Ausl è quello di procedere con ogni urgenza alle assunzioni del personale sui posti vacanti e di programmare incontri urgenti al fine di una verifica puntuale sulle ulteriori carenze di personale.
“Se non viene disinnescata questa bomba ad orologeria a breve esploderà e in questi mesi estivi alcuni servizi sanitari potrebbero arrivare a chiudere definitivamente”.