Fials lancia un corso di autodifesa personale riservato agli operatori socio sanitari

Resterà piantata davanti all’Ospedale Ramazzini di Carpi per tutta la giornata di oggi, martedì 14 maggio, la tenda del sindacato Fials, “simbolo estremo della precarietà delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori della sanità emiliano-romagnola”, spiega la sindacalista Giuseppina Parente. Dipendenti che devono fare i conti con “l’assenza di progressioni economiche, turni massacranti, il mancato godimento di ferie e permessi e, soprattutto, con aggressioni sempre più frequenti”, prosegue.

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Resterà piantata davanti all’Ospedale Ramazzini di Carpi per tutta la giornata di oggi, martedì 14 maggio, la tenda del sindacato Fials, “simbolo estremo della precarietà delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori della sanità emiliano-romagnola”, spiega la sindacalista Giuseppina Parente. Dipendenti che devono fare i conti con “l’assenza di progressioni economiche, turni massacranti, il mancato godimento di ferie e permessi e, soprattutto, con aggressioni sempre più frequenti”, prosegue. Una protesta che arriva a causa della “sordità dell’Azienda Usl di Modena. Da mesi sollecitiamo la direzione per conoscere quali strategie adotterà per consentire agli operatori di godere delle ferie estive ma non abbiamo ancora ricevuto risposte. Saremo convocati a ridosso dell’estate quando diventerà impossibile proporre eventuali soluzioni alternative a quelle presentate perché fuori tempo massimo”

Parente, quali sono i reparti del Ramazzini dove si concentrano le maggiori criticità?

“Tutti i reparti sono caratterizzati da criticità ma le condizioni peggiori si registrano in Pronto Soccorso dove si concentra il maggior numero di aggressioni al personale. La sicurezza nei luoghi di lavoro non è garantita. L’Ausl deve assumersi le proprie responsabilità: noi abbiamo delle proposte ma non veniamo ascoltati e questa credo sia la sua colpa più grave. Almeno il diritto all’ascolto lo possiamo rivendicare”.

Come si potrebbe potenziare la sicurezza in ospedale?

“In primo luogo auspichiamo un maggior coinvolgimento delle Forze dell’ordine che già ci danno una mano, pur consci che, se impegnati altrove, faticano a intervenire. Inoltre ieri, 13 maggio, abbiamo stipulato una convenzione per gli iscritti a Fials con una palestra di Carpi per organizzare un corso di autodifesa personale riservato agli operatori socio sanitari. Autodifesa, lo sottolineo, non attacco, perché noi siamo dei pacifisti incalliti. Vorremmo che questo diventasse un progetto aziendale ma ogni appello in tal senso cade nel vuoto. Per il bene dei lavoratori sarebbe poi necessario organizzare un gruppo di lavoro multidisciplinare e paritetico che veda coinvolte tutte le sigle sindacali e la direzione dell’Ausl per trovare soluzioni condivise sul tema della sicurezza e non solo”.

Si continuano a costruire muri, pensiamo alle Case della comunità, si attivano nuovi servizi come i Cau – Centri di assistenza urgenza, si promettono nuovi ospedali ma non si investe sul personale…

“Se questa regione avesse investito la metà dei soldi spesi per pagare medici e infermieri gettonisti nell’aumentare e nel migliorare le condizioni di salute degli operatori del sistema sanitario regionale non avremmo assistito alla fuga dagli ospedali pubblici verso il privato, avremmo potuto smaltire le liste d’attesa, evitare di esternalizzare le prestazioni sanitarie, tenere professionisti validi all’interno delle strutture pubbliche e dare una risposta di qualità ai cittadini”.

Jessica Bianchi