“Sono anni che sentiamo parlare di piani per smaltire le liste d’attesa e sono anni che Udicon segnala che c’è un problema. Nessuno mette in dubbio che la Regione Emilia Romagna stia mettendo tutto quello che può per recuperare, purtroppo però la realtà dei fatti è che noi abbiamo in tutte le zone dell’Emilia Romagna cittadini che non riescono ad accedere alle cure primarie”. A parlare è Vincenzo Paldino, presidente regionale di Udicon.
Interpellato dall’agenzia Dire commenta il piano varato dalla Regione da 30 milioni di euro che tenterà di risolvere l’annosa questione delle liste d’attesa e che riguarderà visite, esami specialistici e chirurgia a bassa complessità. Un problema che secondo Paldino è una vera e propria “emergenza”, da prendere “assolutamente in mano, perché noi rileviamo che sta sfuggendo. Abbiamo segnalazioni anche di invalidi al 100% di ragazzi a cui non vengono garantite le cure e gli screening periodici che devono fare“. Uno scenario cupo quello descritto dall’associazione dei consumatori, che insiste: al netto delle eccezioni delle eccellenze sanitarie della regione, “la sanità di prossimità e la diagnostica in questo momento sono in grave carenza, in grave crisi. I cittadini si devono rivolgere purtroppo alla sanità privata”. Così si crea quella “disuguaglianza sanitaria tra chi ha i soldi e riesce ad andare nel privato e chi invece questi soldi non ce l’ha e nel privato non riesce ad andare e rinuncia alle cure o addirittura si indebita per curarsi”.
Insomma, la questione secondo Udicon non si può più rimandare. “Deve essere al centro dell’agenda. Se continuiamo a dire che va tutto bene, che è tutto a posto, sicuramente allontaniamo i cittadini dalla politica. Cioè bisogna dire concretamente ai cittadini che in questo momento la sanità pubblica è in grave crisi” e che va affrontato a tutti i livelli. Per quanto riguarda la parte della Regione Emilia-Romagna, poco importa se tra poco cambierà guida, data la scadenza del mandato del presidente Bonaccini, tra l’altro candidato alle elezioni europee. “I destini personali non possono e non devono influire su quella che è la qualità dei servizi offerti”, taglia corto Paldino