L’Azienda agricola Cavazzuti “adotta” il Parco della Cappuccina in cambio di 2.300 euro all’anno

“Per una efficiente ed efficace manutenzione delle porzioni del Parco della Cappuccina adibite a colture agricole e prati” si legge nella determina dirigenziale del 26 marzo, il Comune di Carpi “necessita della collaborazione di un soggetto adottante qualificato”.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

1 milione di euro, tanto è costata la realizzazione del Parco della Cappuccina di Carpi. Oltre 53mila metri quadrati di verde, di cui 14 mila destinati a parco e i restanti a uso agricolo. 

Ogni anno il Comune di Carpi dedica alla manutenzione del verde pubblico  circa 1 milione di euro e, con il nuovo Regolamento d’uso e tutela del verde pubblico e privato, ha introdotto la possibilità per “cittadini, imprese e associazioni” di adottare delle aree per prendersene cura. 

“Per una efficiente ed efficace manutenzione delle porzioni del Parco della Cappuccina adibite a colture agricole e prati” si legge nella determina dirigenziale del 26 marzo, il Comune di Carpi  “necessita della collaborazione di un soggetto adottante qualificato”. 

L’impresa con cui è stata stipulata una convenzione della durata quinquennale (con possibilità di rinnovo) è l’Azienda agricola Cavazzuti a cui spetterà il compito di “effettuare la manutenzione ordinaria delle aree destinate a colture agricole e prati”. In cambio l’ente pubblico corrisponderà all’azienda 2.300 euro all’anno come “rimborso dei materiali” impiegati.  “Queste adozioni rappresentano una forma di risparmio importante per le casse comunali”, sottolinea l’assessore al Verde, Andrea Artioli. Se fosse l’ente pubblico “a farsene carico, i costi sarebbero molto più alti”. Una gestione, quella del Parco della Cappuccina, complessa per la natura intrinseca dell’area. Il prezzo da pagare, per così dire, “per aver scelto, in modo condiviso e partecipato, questa tipologia di parco, coi suoi fiori e le sue colture capaci di incrementare la biodiversità. Un luogo che rappresenta un vero e proprio unicum per la nostra città”, conclude Artioli. E per fortuna sussurra qualcuno…

Jessica Bianchi 

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