Sostenibilità e tecnologia si intrecciano in maniera virtuosa in un progetto di fito-rimedio nell’area Fiera di Soliera. Sono cominciate ieri 21 marzo, e proseguiranno anche oggi 22 marzo, le indagini geologiche che precedono l’installazione di nuovo impianto di fitorimedio per mitigare gli impatti di origine antropogenica, ricorrendo alle nature-based solutions (“soluzioni basate sulla natura”) per il biorisanamento del suolo e delle acque sotterranee.
L’indagine è condotta dallo studio tecnico associato di consulenze di geologia e ambiente CGA di San Giovanni in Persiceto (Bo) allo scopo di monitorare lo stato delle acque sotterranee di falda mediante campionamenti e analisi di laboratorio, sia prima che dopo la realizzazione dell’impianto di fitorimedio per verificarne l’efficacia di mitigazione del boro. L’attività è quindi iniziata con l’installazione di dispositivi chiamati piezometri, che più semplicemente possono essere descritti come pozzi perché vengono introdotti verticalmente nel terreno per raggiungere le falde freatiche contaminate.
Successivamente, mediante l’utilizzo di pompe aspiranti, l’acqua di falda viene campionata e analizzata in laboratorio per verificare il contenuto di boro nell’acqua.
La Regione Emilia Romagna e il Comune di Soliera hanno adottato un progetto sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e in particolare dall’Istituto per la BioEconomia (sede di Bologna), per applicare un approccio ecosostenibile e migliorare la qualità dell’ambiente urbano di Soliera. Viene affidata alle piante che assorbono l’acqua dal terreno con le loro radici, la funzione di ridurre il contenuto di boro nella falda; è una tecnologia che si chiama fito-rimedio perché sfrutta il potere delle piante di funzionare in termini di nature-based solutions per bonificare l’ambiente da inquinanti.