Recuperandia, Vallauri e Lapam insieme per dare una seconda vita ai capi d’abbigliamento

Ha preso il via la 2^ edizione di RecuperiaMODA, iniziativa nata dalla passione della docente dell’istituto scolastico carpigiano Silvia Barletta

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Ha preso il via la 2^ edizione di RecuperiaMODA, il progetto che unisce Lapam Confartigianato, Recuperandia (Centro Operativo di Porta Aperta Carpi) e l’Istituto Vallauri di Carpi e che ha l’obiettivo di dare una seconda vita ai capi di abbigliamento.
L’iniziativa è nata dalla passione della docente dell’istituto scolastico carpigiano Silvia Barletta, con l’obiettivo di evitare gli sprechi e in un’ottica di sostenibilità e di economia circolare. Il progetto coinvolge gli studenti dalle classi seconde alle classi quarte dell’indirizzo moda del Vallauri. In queste settimane gli studenti e le studentesse si recano presso il magazzino di via Montecassino per creare, partendo dal disegno, il loro personalissimo capo di abbigliamento, dando vita a un vero e proprio outfit, con tanto di accessori, ma partendo da un materiale già vissuto. Gli stessi studenti esibiranno le loro opere durante una sfilata che si svolgerà il sabato 25 maggio nel Cortile d’Onore di Palazzo Pio.
«È un’ulteriore iniziativa – spiega Roberto Guaitoli, presidente Lapam Confartigianato Moda – che si aggiunge alle già numerose iniziative che svolgiamo insieme alle scuole del territorio per creare consapevolezza e sensibilizzare le nuove generazioni al mondo lavorativo. Accostando lavoro pratico e testimonianze di nostre imprenditrici associate riusciamo a creare una sinergia, coniugando la teoria che gli studenti apprendono sui banchi di scuola, con la pratica in laboratorio e le testimonianze di esperienze dirette di imprenditori e imprenditrici che hanno realizzato il proprio sogno».
«Ho voluto trasmettere la passione che ho per il recupero alle studentesse – continua la docente del Vallauri Silvia Barletta –. è iniziato quasi per caso, ho fatto portare alle alunne un loro capo di abbigliamento che avrebbero buttato via e da lì è nato poi il progetto. Ci siamo appoggiati a Recuperandia che ringrazio per la disponibilità a collaborare e che ci ha donato il materiale con cui possiamo realizzare le sfilate. Apprezzo anche le testimonianze esterne e il loro contributo che è fondamentale».
«Tutto nasce dalla volontà del nostro responsabile Massimo Melegari – sostiene Linda Oliviero, operatrice di Recuperandia – per fare in modo che il mondo del riuso e del riciclo incontrasse le studentesse dell’istituto. Da lì è nata la collaborazione con l’Istituto: le ragazze vengono in bottega da noi, scelgono il loro capo che poimodelleranno e trasformeranno secondo i loro gusti. Ringraziamo anche il Comune che ci affianca in questa iniziativa e mette a disposizione la splendida cornice del Cortile d’Onore di Palazzo Pio. Abbiamo riscontrato con piacere che i giovani apprezzano un abbigliamento già vissuto per rigenerarlo e dargli una seconda o una terza vita. È interessante anche l’attenzione che i giovani vogliono mettere all’impatto ambientale e a non inquinare. Inoltre i proventi della bottega di Recuperandia servono per aiutare le famiglie che si rivolgono ai Centri operativi di Porta Aperta Carpi, il Centro d’Ascolto e Cibùm, quindi è un circolo di aiuti importante».
«Ho fiducia nei giovani e sono orgogliosa quando vengo chiamata per portare la mia testimonianza nelle scuole – afferma Eleonora Ripa, titolare di Vesto Circolare –. Sensibilizzare studenti e studentesse sulla possibilità di uno sbocco lavorativo non solo nei canali classici, cioè lavorando in aziende per creare da zero un outfit, ma potendo inventarsi altre strade alternative, molto più sostenibili, lavorando capi già esistenti. Anche il mondo della grande moda sta andando in questa direzione e non possiamo più ignorare l’impatto della moda sull’ambiente. I giovani, più legati al fast fashion, devono essere consapevoli che le loro scelte hanno un impatto sul pianeta e devono indirizzare le loro risorse in scelte più etiche».

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