Misure e contromisure in Sanità: attenzione al ruolo del privato accreditato

"Perché il sistema misto pubblico privato sia orientato al bene comune, cioè sia una contromisura valida al declino del Sistema Sanitario che dovrebbe essere universalistico ed efficace, occorre trasparenza, collaborazione e una più chiara e determinata assunzione di responsabilità a livello istituzionale". Le riflessioni del dottor Giorgio Verrini.

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La situazione, ormai si sa, è drammatica: mancano medici ed infermieri e questa è solo una delle cause del mal funzionamento di reparti e servizi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).  I motivi sono storici, in quanto legati alla mancata sostituzione dei medici andati in pensione (e questo da oltre 15 anni); sono politico/economici cioè dovute alla scelta di chiudere ospedali, tagliare servizi ,e ridurre i  posti letto ospedalieri, il tutto nel tentativo di arginare le spese (riforma Bindi del 1999, Sacconi 2009, Balduzzi 2013 e altri); e sono organizzativi dovuti cioè all’ esiguità dei posti nelle scuole di specializzazione e alle offerte di contratti a tempo determinato ai neo specializzati, con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza, carriera, ricattabilità e fuga dal SSN .

Le contromisure adottate, che dovrebbero entro 3 o 4 anni raddrizzare la barca “sanità”, sono: assumere medici già al primo anno di specializzazione con contratti a tempo determinato che in automatico diventano a tempo indeterminato dopo l’ottenimento della specializzazione; aumenti salariali differenziati in base alla mansione cioè al carico di lavoro che risulta maggiore in Pronto Soccorso, Rianimazione, Sala Operatoria ecc.; la possibilità di assumere a tempo determinato medici e infermieri stranieri, possibilità che attualmente non viene data stante la norma che prevede per l’assunzione il possesso della cittadinanza italiana. E ancora, revisione dei contratti per il comparto infermieristico e per gli Osa. Inoltre, le strutture intermedie territoriali( case e Ospedali di Comunità) dovrebbero ridurre l’affanno funzionale degli Ospedali, ma qui il condizionale è d’obbligo.

In attesa di tempi migliori si sposta l’età pensionabile dei medici ospedalieri a 70 anni (fino ad ora inderogabile a 65 anni) e si continua ad utilizzare la categoria “medici a gettone” (pagati quasi il doppio dei medici strutturati) per coprire turni notturni, festivi e sedi montane, anche se dall’anno scorso un Decreto ministeriale ne proibisce l’ulteriore utilizzo, ma tant’è…..

Tra le contromisure, come un un elefante nella stanza, c’è anche il partenariato pubblico-privato di cui si parla in modo discontinuo, spesso a bassa voce quasi con imbarazzo e ultimamente con preoccupazione: le strutture ospedaliere private sono in Italia circa 570 cioè un terzo delle strutture pubbliche e con quest’ultime hanno un rapporto di convenzione. Queste strutture sono accreditate per conto del SSN a effettuare prestazioni medico-chirurgiche, diagnostiche ed assistenziali secondo standard definiti e verifiche dei vari requisiti tecnologici e scientifici. La preoccupazione nasce dalla constatazione che l’attività del settore privato accreditato incide sempre di più sul finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale che nel 2014 rappresentava il 18% della spesa sanitaria complessiva, nel 2018 oltre il 20% e ora supera il 34%. Questa esternalizzazione massiva di servizi trasferisce troppi poteri e responsabilità ai privati con conseguente depauperamento delle competenze e incapacità ad eseguire un controllo efficace (qualità, equità, costi…) da parte del sistema pubblico. Inoltre, altro fattore da considerare quando si parla di servizio sanitario privato “complementare e di sostegno” al SSN, è la finanziarizzazione della sanità, cioè la presenza di Fondi di investimenti, Banche, Società quotate in Borsa che come ricordava l’economista Milton Friedman hanno soltanto una responsabilità sociale: usare le proprie risorse e impegnarsi nelle attività finalizzate ad aumentare i loro profitti pur nel rispetto delle regole del gioco e senza comportamenti fraudolenti .

Perché il sistema misto pubblico privato sia orientato al bene comune, cioè sia una contromisura valida al declino del Sistema Sanitario che dovrebbe essere universalistico ed efficace, occorre trasparenza, collaborazione e una più chiara e determinata assunzione di responsabilità a livello istituzionale.

Dott. G. Verrini

 

 

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