Righi e Taurasi, lo scontro finale

Il popolo delle primarie ha affollato il cinema Space City in occasione dell’ultimo faccia a faccia prima del voto: domenica 3 marzo Carpi sceglie il candidato sindaco del centrosinistra.

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Scorrono fiumi di parole in campagna elettorale, e pure nelle settimane precedenti le primarie, ma le parole non bastano a stravolgere le convinzioni: chi è entrato al cinema Space City come sostenitore di uno dei due candidati, è uscito con la medesima convinzione. Lunedì 26 febbraio, nel corso dell’ultimo confronto, tutto sul piano verbale, Giovanni Taurasi è più brillante nelle proposte e ha l’entusiasmo di chi si mette in gioco e ti regala il sogno; più sornione Riccardo Righi che, pur chiamato a rispondere degli ultimi cinque anni da assessore al governo della città, esprime una sua personale e puntuale visione delle cose sempre molto realistica. Si lascia andare alla visione da architetto quale è quando, parlando di centro storico in risposta a una domanda di Ermanno Pavesi, immagina Palazzo Pio e la piazza.

I temi spaziano dai rapporti con le altre forze politiche ai giovani, dalla sicurezza alla composizione della squadra di giunta fino ad Aimag, ridotta all’ovvia constatazione che deve restare azienda pubblica vicina alle persone.

Taurasi apre a 5Stelle e Azione, Righi ai civici fuoriusciti da Carpi Futura; entrambi stigmatizzano le modalità centralistiche di scelta del candidato del centrodestra. Taurasi ha insistito sulla necessità di un modo di stare tra la gente fatto di meno social e più ascolto sul modello dei ‘sindaci tra la gente’ di una volta, da Corassori a Losi; Righi ha proposto di allargare a tutti gli assessori l’iniziativa del ‘caffè col Sindaco’.

Righi ha ricordato le professionalità presenti nella giunta attuale a testimonianza del fatto che già oggi c’è chi ha un lavoro a cui tornare quando Taurasi ha detto di volere in squadra persone competenti e che abbiano un lavoro a cui tornare. Per Righi le tre persone che ispirano valori e progetti sono i nonni, i genitori, la compagna e il loro figlio in arrivo; Taurasi ha citato Romano Prodi, Don Milani, Ursula Hirschmann e Altiero Spinelli.

La casa è un problema: per Taurasi serve aumentare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sociale; per Righi bisogna cercare personalmente i proprietari di case sfitte per fargli capire che l’amministrazione li tutela.

Sollecitati da un intervento di Livio Ruoli, Taurasi ha insistito sulla necessità che Carpi abbia relazioni con i territori circostanti, con il livello provinciale e quello regionale per uscire dall’isolamento e Righi sulla scorta dell’esperienza maturata in cinque anni da assessore all’Urbanistica ha confermato di avere una predisposizione alle buone relazioni a tutti i livelli. Interviene il dott. Fabrizio Artioli invitando i candidati a non farsi mettersi i piedi in testa ma a ‘comandare’ nei tavoli della sanità provinciale.

Le proposte a volte finiscono per contaminarsi ma “se avessi pensato Carpi a colori (in riferimento allo slogan di Righi) non mi sarei nemmeno candidato” conclude Taurasi. Righi insiste sulla “pluralità di colori che noi siamo” e sulla “comunità che lo ha fatto sentire a casa e a cui ora sente di restituire quello che ha avuto”.

Domenica 3 marzo si vota a Carpi per le primarie della coalizione di centrosinistra e si deciderà il candidato sindaco. Il rischio più grande che può commettere chi sarà candidato è quello di trincerarsi nella consueta sicumera perché il 9 giugno nulla sarà scontato.

Sara Gelli