C’è la narrazione di un’epoca con tre generazioni a confronto al centro di Dammi la mia gamba, il romanzo d’esordio di Sandra Ascari, nata nel 1960 a Soliera e cresciuta a Carpi dove ha trascorso gran parte della sua vita, anche se da alcuni anni vive a Medolla e che, per molti anni, si è occupata di moda e abbigliamento. Si tratta di un romanzo biografico e autobiografico, che parte con un narratore in terza persona e prosegue con la narrazione in prima persona, e che ripercorre i momenti salienti di una grande famiglia a partire dalla fine dell’Ottocento.
Il titolo è molto originale. Da cosa deriva?
“Ho scelto questo titolo perché era una delle storie che mia nonna materna Armida – nel romanzo rinominata Amelia – mi raccontava da piccola la sera prima di addormentarmi, e siccome è lei la protagonista del romanzo, tanto che la storia inizia proprio con la sua nascita, nel 1898, e finisce con la sua morte, nel 1987, ho deciso che era giusto dare all’opera un titolo che la rievocasse e ricordasse anche il nostro rapporto. Infatti, lei è stata una delle mie figure di riferimento durante l’infanzia e l’adolescenza. Era lei che mi sosteneva nei momenti più difficili”.
Quando hai deciso di iniziare la stesura del romanzo?
“Circa otto anni fa abbiamo adottato un cane di 9 mesi dopo che era stato per un po’ in un’altra famiglia che, purtroppo, non poteva più occuparsene. Sembrava smarrito e disorientato, e mi ha ricordato quando io da piccola mi sentivo così a causa dei trasferimenti da una città all’altra e dei traslochi in diverse case.
Allora, in quei momenti, c’era mia nonna materna Armida a sostenermi e starmi vicina e ho sentito l’esigenza di tramandare la sua storia. Così ho ripescato dal cassetto della memoria il nostro vissuto insieme e le storie che mi aveva raccontato sulla sua infanzia e giovinezza, frammenti di una vita contadina, e poi ho iniziato a fare ricerche in famiglia, chiedendo a mia mamma, a una mia zia e alle mie cugine i loro ricordi familiari del passato. Inizialmente volevo farlo per i miei figli e gli altri miei familiari ma poi, dopo averlo concluso, ho deciso di proporlo a un editore di Poggio Rusco, MnM Print edizioni & Amolà, conosciuto in occasione della fiera del libro di Torino. Ho partecipato a un concorso letterario che avevano pubblicato sul sito e ho vinto ed è così che Dammi la mia gamba è stata pubblicato”.
Cosa ti auguri per questo libro? Hai in progetto di scriverne un altro?
“Vorrei che venisse letto non solo dai miei coetanei ma anche e soprattutto dai più giovani perché solo conoscendo il passato si può costruire un futuro migliore. In questo romanzo ho cercato di dare voce a quelle figure del passato a cui non è stata data questa possibilità, ricostruendo memorie e facendo riaffiorare anche espressioni dialettali. Sì, vorrei scrivere il seguito di questa storia. Dal 1987 ad oggi c’è ancora tanto da raccontare! Il libro, per chi avesse la curiosità di leggerlo, è disponibile presso la libreria La Fenice oppure alla biblioteca Loria”.
Chiara Sorrentino