Biscione, “quanti soldi pubblici sono già stati spesi per un progetto che rischia di saltare?”

Dopo le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che, sulle colonne del nostro giornale, ha espresso la necessità di "rimodulare lo schema originario" del progetto di riqualificazione del Biscione di via Unione Sovietica, il gruppo Fratelli d'Italia di Carpi chiede all’Amministrazione Comunale, tramite una interpellanza, maggiore chiarezza.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Dopo le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che, sulle colonne del nostro giornale, ha espresso la necessità di “rimodulare lo schema originario” del progetto di riqualificazione del Biscione di via Unione Sovietica, il gruppo Fratelli d’Italia di Carpi chiede all’Amministrazione Comunale, tramite una interpellanza, maggiore chiarezza. Un’operazione da 9 milioni di euro che, sottolinea la consigliera Federica Boccaletti, “richiede numerose delucidazioni” anche in considerazione del fatto che, “ad oggi, sono appena 16 gli appartamenti acquisiti a fronte dei 55 previsti. In cosa consiste la rimodulazione annunciata dall’assessore Righi?”. Come tale cambiamento di rotta “si rifletterà sul costo e sui tempi del progetto? A quanto ammontano le spese già sostenute per la realizzazione del progetto di Fattibilità Tecnico – Economica dell’intervento di riqualificazione e per l’acquisizione dei 16 appartamenti e da quale ente sono state pagate (ndr – Acer Modena o Comune)?”.

E, ancora, chiede Fratelli d’Italia, “in che modo l’Amministrazione intende risolvere il nodo della presenza nell’edificio delle sale utilizzate dalle associazioni islamiche anche in considerazione del fatto che l’assessore Tamara Calzolari ha dichiarato che tali associazioni non avendo mai avuto problemi con le Forze dell’ordine ed essendo adempienti con i pagamenti non presentano i requisiti per poter rientrare nel piano espropriativo”. L’Amministrazione Comunale, prosegue Federica Boccaletti, “ha legato la fattibilità di questo progetto a una misura come quella del Superbonus 110, di natura temporanea e soggetta per  sua stessa definizione a numerose possibili variazioni e variabili, già questo dovrebbe sollevare numerose perplessità sulla capacità di programmazione dell’ente”. La domanda insomma, a fronte di un progetto che rischia “di trasformarsi in un pozzo senza fondo – conclude la consigliera di Fratelli d’Italia – è una e una soltanto: quanti soldi pubblici sono già stati spesi?”.

J.B.