Scricchiola il progetto di riqualificazione del Biscione

Il progetto di riqualificazione del Biscione, il palazzo di via Unione Sovietica, operazione da 9 milioni di euro, rischia grosso. A rimescolare le carte e, soprattutto, a rimettere in discussione l’impianto originario di un progetto nato, sulla carta, nel 2020, è stato il blocco della cessione dei crediti per gli interventi di riqualificazione energetica e sismici. All’investimento pubblico, infatti, si devono sommare le rispettive quote dei privati che resteranno proprietari dell’immobile ma, lo stop del Governo al superbonus 110, ha reso le intenzioni della Giunta di difficile attuazione tanto da congelare la gara di affidamento dei lavori inizialmente prevista a gennaio 2024.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Il progetto di riqualificazione del Biscione, il palazzo di via Unione Sovietica, operazione da 9 milioni di euro (di cui 5,6 a carico di Comune e ACER Modena), rischia grosso. A rimescolare le carte e, soprattutto, a rimettere completamente in discussione l’impianto originario di un progetto nato sulla carta nel 2020 è stato il blocco della cessione dei crediti per gli interventi di riqualificazione energetica e sismici. All’investimento pubblico, infatti, si devono sommare le rispettive quote dei privati che resteranno proprietari dell’immobile ma, lo stop del Governo al superbonus 110, ha reso le intenzioni della Giunta di difficile attuazione tanto da congelare la gara di affidamento dei lavori inizialmente prevista a gennaio 2024. “Alla base di questo progetto – spiega l’assessore all’Urbanistica, Riccardo Righi – vi è sempre stata l’idea di procedere con un parternariato pubblico-privato, proprio in virtù del superbonus. Durante il percorso però tale strumento ha subito varie modifiche sino a decadere, pertanto stiamo valutando due percorsi alternativi – unitamente a un istituto bancario da un lato e la Regione dall’altro per poter interloquire con Cassa Depositi e prestiti – per tentare di agevolare i privati e rimodulare lo schema originario”. L’obiettivo? “Costruire uno strumento finanziario in grado di mettere un fondo di garanzia a copertura dell’investimento privato per dilazionare la spesa e rendere così le rate sostenibili anche per le famiglie più fragili”, prosegue Righi. Tanti nuclei che vivono nel Biscione, infatti, aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari, “non possono contare su redditi importanti. Molti di loro hanno acquistato il loro appartamento all’asta, altri stanno ancora facendo i conti con un mutuo, pertanto è fondamentale proporre loro un piano finanziario che non li metta in difficoltà”. 

A rendere l’operazione ancor più complessa vi è poi l’aumento dei prezzi legato all’inflazione che impone alla parte pubblica “un ripensamento complessivo. Sarà difficile riuscire a fare tutto ciò che ci eravamo prefissati con il budget stabilito, ovvero il miglioramento sismico della struttura, risalente agli Anni Settanta, oltre alla sostituzione di tutti gli impianti e il rifacimento della facciata. Metter mano agli impianti sarebbe già un ottimo risultato ma, al momento, abbiamo avviato un dialogo con la Regione per capire insieme quali modifiche apportare”, sottolinea Righi. 

Il rendering del progetto originario

La situazione è incerta ma, gli fa eco Calzolari, quando “il quadro sarà più chiaro incontreremo nuovamente gli inquilini di via Unione Sovietica per spiegare loro quali soluzioni abbiamo trovato”.  “Il nostro desiderio – continua l’assessore Righi – è che questo progetto vada avanti poiché è teso a migliorare la qualità di vita di coloro che vi abitano, anche perchè il rischio oggettivo che corrono, qualora la riqualificazione non dovesse andare in porto, è quello di ritrovarsi, tra qualche anno, con un immobile inagibile”. 

E mentre la Giunta sta cercando di “trovare la formula per far stare in piedi il progetto in una cornice di sostenibilità per non affossare le famiglie, confidando anche in nuovi strumenti sul fronte dell’edilizia sociale da parte del Governo”, spiega Tamara Calzolari, si continua, seppur a rilento, ad acquisire appartamenti in via bonaria. Per dar gambe all’operazione, lo ricordiamo, Comune e Acer dovrebbero acquisire 55 dei 90 alloggi del complesso ricorrendo, qualora fosse necessario, a un percorso espropriativo. Ad agosto 2022 gli alloggi acquistati erano 15, oggi siamo a quota 16, con due determine pronte per acquisirne altri 2 al primo piano. Per ora nulla di fatto sul fronte dell’acquisto delle sale utilizzate come sede da cinque associazioni islamiche. “Con loro – commenta l’assessore Calzolari – il dialogo resta aperto e, anche grazie alla mediazione della Consulta per l’integrazione, stiamo facendo insieme una serie di valutazioni. Ad oggi, dal momento che non hanno mai avuto problemi con le Forze dell’ordine e sono adempienti con i pagamenti, non presentano i requisiti per poter rientrare nel piano espropriativo”.

Insomma il progetto di riqualificazione del Biscione scricchiola; il rischio infatti, nonostante l’immobile caschi letteralmente a pezzi e siano vari gli appartamenti nuovamente finiti all’asta, è che i privati non abbiano alcuna intenzione di metter mano al portafoglio decretandone così la fine. Nel caso in cui, al contrario, si dimostrassero favorevoli, la partita si annuncia comunque lunga e con le Amministrative alle porte, tutto può accadere.

Jessica Bianchi