Piazza pulita di tutta la vegetazione nell’Area ex Silan

Approvata dalla Giunta la Variante non sostanziale al piano particolareggiato dell'area ex Silan, firmata dall'ingegner Marc'Aurelio Santi. Nonostante la riduzione di qualche centinaio di mq di superficie costruibile, l’area risulterà comunque densamente edificata, le unità immobiliari saranno 144.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Effemme Costruzioni srl di Correggio, Abitcoop di Modena e Andria di Correggio sono le realtà che si sono aggiudicate all’asta l’ex Silan, rientrante nel fallimento della Dmr. Un’area enorme quella tra le vie Meloni di Quartirolo, Muratori e Cimabue dove sorgeva l’ex stabilimento fondato da Renato Crotti, pioniere del tessile a Carpi.  39mila metri quadrati che sorgono intorno al Parco dell’Unità d’Italia – 17 marzo 1861. L’area di piano particolareggiato, risalente al 2005 seppur con qualche ritocco apportato nel corso degli anni, consiste in quasi 20mila mq edificabili, tra residenziale e commerciale. Lì gli indici edificatori erano a dir poco “generosi”, sulla carta infatti si sarebbero potuti realizzare ben 200 alloggi in 19 condomini. 

Prima e dopo
Foto di Fabrizio Bizzarri

Un pericolo scampato – anche se, a onor del vero, nonostante la riduzione di qualche centinaio di mq di superficie costruibile, l’area risulterà comunque densamente edificata – come si evince dall’approvazione della Variante non sostanziale al piano particolareggiato dell’area ex Silan, firmata dall’ingegner Marc’Aurelio Santi, da parte della Giunta il 28 dicembre scorso. Le unità immobiliari saranno 144: 11 edifici di cinque piani intorno al parco e tra via Meloni di Quartirolo e via Cimabue; uno di sette si affaccerà su via Cimabue mentre a tre piani saranno quelli che sorgeranno dietro l’edificio già esistente e che da via Cimabue arriva in Vecellio. 812 sono invece i metri quadrati destinati all’insediamento di attività commerciali. Il completamento dei lavori delle opere di urbanizzazione, si legge nella deliberazione di Giunta, è previsto “entro dicembre 2025” mentre quello “dell’edificazione della parte privata entro sette anni dalla stipula della convenzione”. 

Nei giorni scorsi intanto è terminato l’abbattimento di tutta la vegetazione spontanea e cresciuta rigogliosa nell’area, grazie ad anni di totale abbandono. Ma non c’è nulla di cui disperarsi, là dove c’erano alberi, arbusti ed erba spunteranno edifici no gas, efficienti, green e dalle finiture di pregio mentre gli alberi saranno compensati con le solite piantumazioni in “aiuola”. 

Jessica Bianchi 

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