Anziani e disabili, l’Unione compenserà gli aumenti con risorse proprie ma la stangata per le famiglie resta

Una stangata fino a 123 euro al mese in più sulle rette delle Case Residenza Anziani e dei Centri Socio Riabilitativi e Residenziali per Disabili è in arrivo a partire dal mese di febbraio. A stabilirlo, con una delibera, è stata la Giunta regionale dell'Emilia-Romagna: ogni posto letto costerà 4,10 euro in più al giorno. “Il nostro compito - spiega l’assessore alle Politiche sociali, Tamara Calzolari - è quello di tentare di attutire il colpo, cercando di rendere questo aumento il più equo e progressivo possibile”. Come? Assorbendo e tenendo in pancia “una parte del rincaro affinché le famiglie a più basso reddito possano continuare a sostenere l’onere della retta”.

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Una stangata fino a 123 euro al mese in più sulle rette delle Case Residenza Anziani e dei Centri Socio Riabilitativi e Residenziali per Disabili è in arrivo a partire dal mese di febbraio. A stabilirlo, con una delibera, è stata la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna: ogni posto letto costerà 4,10 euro in più al giorno, passando da 50 a 54,10 euro, aumento che ha provocato non pochi mal di pancia. 

Ad oggi, il contributo mensile a carico degli utenti anziani è di circa 1.500 euro e di 1.200 per i disabili (altrettanti ne mette la Regione attraverso il Fondo per la non autosufficienza): un carico economico enorme per le famiglie che devono mantenere una persona anziana – o adulta con disabilità – in una struttura accreditata a cui ora si sommeranno ulteriori 1.476 all’anno. Famiglie che, spesso, devono già fare i conti con pensioni e stipendi bloccati e che sono colpite da un’inflazione reale a doppia cifra. L’assessore regionale al Welfare Igor Taruffi dal canto suo precisa che le tariffe non venivano ritoccate da 15 anni e che “il sistema dei servizi socio-sanitari è stato messo a durissima prova: prima col Covid, poi con l’aumento dei costi, a partire da quelli energetici; la tenuta economica di un settore che garantisce servizi fondamentali è entrata in una strutturale condizione di rischio. E proprio per assicurare la continuità dei servizi e per aumentarne la qualità, abbiamo dovuto stanziare nuove risorse e ora dobbiamo adeguare anche le rette a carico degli utenti, ferme dal 2009… una scelta che non è stata né semplice né indolore”. 

E se da tempo i gestori premevano per un adeguamento delle tariffe e far così fronte ai rincari è altrettanto vero che gli aumenti previsti dalla Regione si ripercuoteranno sui comuni, chiamati a stanziare risorse proprie a tutela delle famiglie più fragili. Carpi compresa. I quattro comuni che compongono l’Unione delle Terre d’argine infatti stanno cercando di correre ai ripari “introducendo dei criteri di equità nell’applicazione degli aumenti a tutela dei redditi più bassi” spiega l’assessore alle Politiche sociali, Tamara Calzolari. “Il nostro compito – prosegue – è quello di tentare di attutire il colpo, cercando di rendere questo aumento il più equo e progressivo possibile. Di questo parleremo nei prossimi giorni con le parti sociali”. 

Come? Sostanzialmente assorbendo e tenendo in pancia “una parte del rincaro affinché le famiglie a più basso reddito possano continuare a sostenere l’onere della retta”. In soldoni, l’Unione compenserà, almeno per ora, l’aumento “con risorse proprie. L’idea è quella di rivedere le fasce Isee e in base a quelle applicare aumenti differenziati”. La Regione nei prossimi mesi stanzierà poi 8 milioni di euro per sostenere il Fondo per la non autosufficienza e, aggiunge Tamara Calzolari, “intendiamo continuare a chiedere che tali risorse vengano impiegate per aumentare la risposta all’invecchiamento. E’ necessario implementare il numero dei posti accreditati, sia per quanto riguarda gli anziani che i disabili. Non dimentichiamo che la domanda continua a crescere e che in territori come il nostro, tra il sistema pubblico e quello privato vi è una grande disparità in termini di rette, siamo quasi al raddoppio. Malgrado l’introduzione della strumento Trame d’argento (ndr – L’iniziativa, finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e dall’Unione delle Terre d’Argine, ha l’obiettivo di sostenere economicamente chi è in attesa di inserimento residenziale nei posti accreditati e contrattualizzati in CRA e nel frattempo ha necessità di utilizzare strutture residenziali private con notevole aggravio sui costi di assistenza) sono ancora tante le famiglie carpigiane costrette ad allontanarsi parecchio per trovare posti convenzionati per un loro caro. Oggi sono 350 i posti convenzionati di Case Residenza Anziani in Unione, una sessantina quelli per disabili tra accreditato e non: l’obiettivo, oltre alla sostenibilità economica, è quello dell’allargamento della risposta. Il sistema è in tensione e occorre lavorare affinché continui a tenere”.

Jessica Bianchi 

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