Abito tra il parco dell’ospedale e quello della Cappuccina, li frequento entrambi apprezzando la loro diversità. E’ vero che alcuni sostengono che si devono piantare alberi, ma non si può certo dire che al parco della Cappuccina manchino: sono un centinaio e sono appena stati piantati. Succede anche che ci siano stagioni, come l’estate, in cui si privilegia un parco ombreggiato, mentre in altre si preferisce un parco nel quale filtri la luce e, soprattutto in inverno, nelle giornate soleggiate si possa godere di un po’ di tepore. Accade anche che, a causa del cambiamento climatico, le piante perdano le foglie tardivamente i vialetti siano ingombri e, dopo la pioggia, poco praticabili. Il parco della Cappuccina da questo punto di vista offre un vantaggio: il percorso è pulito e ben esposto verso sud, sicuramente preferito in questa stagione e non solo da me. Chi ama una vegetazione più folta può attraversare il viale dei cipressi ed entrare nel parco della Resistenza o immergersi nel boschetto, a ridosso della stazione dei pullman. Non è da trascurare la suggestione che offre questo parco a chi lo percorre: si ha l’impressione di essere in campagna e, nella scorsa primavera, con papaveri e fiordalisi è stato attraente, anche per chi abita in altri quartieri. Si tratta di un parco progettato e quindi alterare le sue caratteristiche è un’operazione scorretta. A me il parco piace così com’è.
Gabriella