Sull’episodio dello straniero che giorni fa ha tentato di scavalcare la recinzione del Commissariato di Carpi (per info vi rimandiamo al link https://temponews.it/2023/12/28/tenta-di-scavalcare-la-recinzione-del-commissariato-a-finire-nei-guai-un-tunisino-23enne/) , interviene il segretario generale provinciale del Siulp, Roberto Butelli: “nessuno si è stracciato le vesti per stigmatizzare la gravità di tale gesto, nessuno ha urlato all’allarme sociale e tantomeno nessuno ha solidarizzato con donne e uomini della Polizia di Stato di Carpi.
Qualcuno potrà pensare che sia il semplice gesto di uno sprovveduto, o forse di uno squilibrato, peraltro immediatamente individuato, bloccato e perseguito in termini di legge, ma la realtà che si cela alle spalle è ben più grave.
Questo gesto, al pari di quello che a Modena per più di una volta aveva visto prendere a sassate la Questura, con anche il ferimento di operatori di Polizia, così come il deliberato danneggiamento di tutte le Volanti del Commissariato di Mirandola o “l’assalto” al Commissariato di Sassuolo, dimostra in maniera emblematica che la legge italiana e la sua totale incertezza della pena, hanno di fatto una deterrenza pari a zero nei confronti di certi soggetti, presenti in maniera massiccia in questo territorio. È la dimostrazione pratica che, davanti a determinati episodi di delinquenza e di degrado, la semplice presenza dei poliziotti non sortisce alcun effetto, visto che qualcuno si sente talmente impunito da tentare di attaccare un edificio della Polizia di Stato, ben sapendo che la pena sarà talmente lieve da consentirgli di continuare a commettere reati”.
Un gesto che qualcuno ha forse considerato ridicolo, ma che in realtà dimostra ciò che il Siulp sostiene da tempo: “non è solo una questione di organici – peraltro molto utili – ma è l’inefficacia della legge penale a rendere quasi vano ogni attività delle Forze dell’Ordine. Citiamo ad esempio le misure alternative al carcere e quelle che sono definite misure di prevenzione e di sicurezza: ma davvero si può pensare che nei confronti di soggetti nullafacenti, nullatenenti, spesso senza fissa dimora, possa avere effetto un obbligo di firma, oppure una detenzione domiciliare o una libertà vigilata? Davvero si pensa che un avviso orale o un obbligo di dimora possano riportare sulla retta via certi soggetti? Ecco perché chi si ostina a chiedere semplicemente più personale dimostra di non avere capito la portata del problema: un conto è non conoscere i tecnicismi dell’attività di polizia, altra cosa è non comprendere la portata e l’incidenza di quello che oramai è di fatto un problema sociale. Anni fa come Siulp abbiamo lanciato il problema degli organici, rimanendo purtroppo a lungo inascoltati, adesso che stiamo cercando di far capire come e perché l’incertezza della pena e la blanda deterrenza della norma penale sono un rischio altissimo, temiamo di rimanere ancora inascoltati”, conclude Butelli.