Il carcere negli occhi delle donne

Un evento per raccontare un progetto, un libro e una mostra con le opere delle detenute per riflettere sulla detenzione femminile, a partire dall’esperienza di diverse associazioni nella Casa circondariale S. Anna di Modena. L’obiettivo dell’iniziativa è di tipo culturale: accendere i riflettori su una realtà, quella della detenzione femminile che, per le sue ridotte dimensioni numeriche resta invisibile.

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Giovedì 30 novembre, alle 17, presso la Casa delle Donne di Modena (Strada Vaciglio Nord, 6), alla presenza delle istituzioni – Prefetta di Modena, Assessora alle Politiche Sociali, Direttore Casa Circondariale S.Anna – verranno presentati i risultati del progetto (Ri)comincio da me realizzato nella sezione femminile della Casa circondariale S. Anna di Modena e promosso da Centro documentazione donna, Casa delle donne contro la violenza, Gruppo Carcere-Città, Csv Terre Estensi, in collaborazione con il Comune di Modena e la Direzione della Casa circondariale Sant’Anna, sostenuto dai fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. A seguire, alle 18.45 verrà inaugurata la mostra a cura di Federica Benedetti (In)Curabile bellezza. Donne che fanno comunità visitabile fino al 9 dicembre. 

Il percorso è raccontato nel libro No Name. Il carcere negli occhi delle donne a cura di Caterina Liotti ed edito da Mucchi. L’obiettivo dell’iniziativa è di tipo culturale: accendere i riflettori su una realtà, quella della detenzione femminile che, per le sue ridotte dimensioni numeriche resta invisibile, sconosciuta ai più e raccontata sempre attraverso gli stereotipi della fragilità, della vittimizzazione, della scarsità di risorse culturali ed economiche delle detenute piuttosto che sulle “sofferenze aggiuntive” (rispetto agli uomini), determinate dalle specificità in termini di vita quotidiana, differenti bisogni e meccanismi relazionali. 

Il progetto (Ri)comincio da me. Percorsi di consapevolezza e sostegno da donna a donna per il benessere psicofisico e reintegro lavorativo e sociale delle donne detenute ha dato continuità, con laboratori di vario genere, all’impegno portato avanti dal 2018 dalle sopra citate associazioni dentro alla sezione femminile della Casa circondariale S.Anna di Modena. Negli anni sono stati realizzati percorsi di incontro e scambio relazionale per offrire alle detenute occasioni di riflessione sulle proprie storie di vita, dentro la quale si è collocato anche il reato, con l’obiettivo di contribuire a ricucire le ferite aperte dalla dolorosa esperienza del carcere. Il progetto realizzato quest’anno, a partire dalla primavera 2023, ha coinvolto circa 25 detenute e una decina tra volontarie e operatrici che si sono incontrate nella biblioteca della sezione femminile raccogliendo bisogni disattesi, rabbia, voglia di libertà, paure, sofferenze,  cercando di costruire momenti di consapevolezze e sostegno, incanalati nel laboratorio di educazione all’arte di cui la mostra è il risultato.

La mostra a cura di Federica Benedetti con opere di Chiara Negrello, Marianna Toscani e Collettivo No Name della sezione femminile del S.Anna, è visitabile fino al 9 dicembre presso la Casa delle Donne di Modena, e sarà successivamente allestita anche all’interno della Casa circondariale di Modena, al fine di creare un ulteriore momento di incontro con le detenute autrici dei collages esposti. La mostra restituisce  l’esperienza del laboratorio di educazione all’arte che ha fatto incontrare la comunità, forte e coesa, delle pescatrici del Delta del Po (nelle fotografie di Chiara Negrello, tratte dalla serie Like the Tide) con un gruppo eterogeneo di donne che vivono il carcere. Un incontro che parte dal coraggio e dalla determinazione di donne detenute, volontarie e operatrici che – pur nell’anonimato del modo in cui hanno scelto di definirsi, Collettivo No Name – si sono messe in gioco facendo nascere una comunità basata sui valori della sorellanza e della cura come emerge nei loro collages (su fotografie di Marianna Toscani). Una narrazione nuova che racconta qualcosa di apparentemente inconciliabile con la durezza del luogo in cui tutto ciò è avvenuto: la nascita di uno spazio di inaspettata bellezza. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì (10.00 – 13.00); lunedì e giovedì (15.00 – 18.30); sabato 2 dicembre (17.00 – 19.00) e sabato 9 dicembre (10.00 – 13.00). 

La pubblicazione No Name. Il carcere negli occhi delle donne funge da catalogo alla mostra e da strumento di approfondimento sulle dinamiche osservate dentro la sezione femminile del S.Anna dal gruppo di progetto: Anna Perna, Paola Cigarini e Caterina Liotti hanno scritto sui temi della sorellanza, dei bisogni disattesi e della spersonalizzazione. Significativi poi i contributi di contestualizzazione dell’operazione realizzata, forniti da Grazia Zuffa, autrice di ricerche nazionali sul tema, che inquadra nel contesto italiano le problematiche legate alla detenzione femminile, e da Claudia Löffelholz, Direttrice della Scuola di alta formazione Fondazione Modena Arti Visive, che indaga come il linguaggio dell’arte possa aiutare a costruire una società più inclusiva, empatica e solidale.

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