Un passo dopo l’altro, per sfidare i propri limiti e godere della bellezza della natura. Immersi nel silenzio. Vedere il mondo, zaino in spalla, è un desiderio che da sempre accompagna il carpigiano 33enne Andrea Pedata.
“Ho sempre avuto voglia di esplorare. Per il diploma di quinta superiore – racconta Andrea – mi sono regalato un Inter Rail, in giro per l’Europa. Dovevano essere tre mesi di stop prima di iniziare a lavorare ma poi la tentazione è stata troppo forte e ho deciso di ripartire. Mi sono unito al Circo Togni, viaggiando con loro per due anni. Dopodiché ho deciso di iniziare a girovagare da solo, zaino in spalla, per conoscere un po’ il mondo e anche me stesso. Un’avventura straordinaria vissuta nei successivi due anni, tra Australia, Thailandia, Cambogia, Vietnam e Laos”.
Poi, a 25 anni, è tornato a Carpi, dopo aver maturato nel cuore una nuova consapevolezza: “mi sono reso conto di non conoscere l’Italia e così, come molti altri prima di me ho accettato i compromessi legati a un lavoro stabile, faccio il programmatore metalmeccanico, e a una vita semi sedentaria, per dedicarmi non appena mi è possibile a escursioni a contatto con la natura”.
Di cammini e chilometri macinati alle spalle Andrea ne ha già parecchi, “conosco bene quasi tutte le vette dell’Appennino Tosco-Emiliano. Ho percorso per due volte la Via degli Dei, in un’occasione insieme a Karma, la mia cagnolina dal passato difficile. A primavera sono stato sui monti Amerini, sul cammino dei Borghi Silenti… in Italia ci sono numerosi cammini a dir poco spettacolari”.
Un sogno però restava ancora sospeso nell’aria, ovvero quello di raggiungere il mare a piedi e così, a ottobre, Andrea è partito da Piazza Martiri e, con la sola compagnia dello scalpiccio dei suoi passi ad accompagnarlo e di sei chili di zaino, ha deciso di seguire l’antica Via Vandelli.
Dal cuore dell’Emilia al mar Tirreno, seguendo la prima grande strada di comunicazione dopo le vie romane. Sette tappe, tre palazzi ducali, una cittadina estense fortificata, innumerevoli torri, chiese, borghi e panorami vastissimi dal crinale tosco-emiliano alle Alpi Apuane. Due regioni, Emilia-Romagna e Toscana, tre province, Modena, Lucca e Massa-Carrara, venti Comuni attraversati: numeri che descrivono un territorio che è garanzia di varietà e bellezza.
“Via Due Ponti, il cavo Lama, Soliera e quindi il percorso natura che conduce al fiume Secchia e arriva fino al centro di Modena. Quindi ho attraversato l’Appennino, la Garfagnana e le Alpi Apuane. Ho raggiunto Massa Carrara e quindi Marina di Carrara dopo otto giorni e duecento chilometri”, sorride Andrea nel ripercorrere il suo viaggio. Un’esperienza indimenticabile dalla pianura alle colline, attraverso crinali e montagne, sino al mare. “E’ stata dura, lo ammetto, perchè il dislivello è di quasi 6mila metri e la fatica si è fatta sentire nonostante l’allenamento. Ho comunque apprezzato ogni istante, gli attimi di gioia come quelli di scoraggiamento e quando sono arrivato al mare mi si è letteralmente aperto il cuore. Difficile rendere a parole la soddisfazione di avercela fatta, di aver compiuto un’impresa che desideravo fare da tempo”.
Vivere all’aria aperta e stare in mezzo alla natura non è solo un piacere per Andrea, bensì un vero e proprio bisogno. “Viaggiare camminando, con lentezza, è un piacere indescrivibile. Mi è sempre piaciuto andare oltre, scoprire cosa si nasconde dove non arriva la vista, aldilà della collina successiva. I cammini sono anche questo: di fronte a te intravedi un punto lontano, come quando nelle mattine di cielo limpido osserviamo l’Appennino dalla pianura, e pensi che domani, solo con le tue gambe, lo raggiungerai. A guidarti c’è solo uno scopo, arrivare alla meta prefissata della giornata”.
E nel frattempo solo il qui ed ora. L’attimo. “Ammiri i paesaggi che cambiano, giorno dopo giorno, le luci mutevoli ora dopo ora. Respiri gli odori del bosco. Godi della pienezza di ogni istante e del senso di libertà che solo viaggi di questo tipo sono in grado di regalarti. Liberi la mente, vivi il presente. Niente ingorghi nel traffico, lo smog… lontano dalla frenesia che ci impone la società. Ci sei tu e i tuoi limiti. Esperienze di questo tipo rappresentano una sfida per provare a me stesso che posso farcela e che non devo mollare, d’altronde – ride Andrea – quando sei in difficoltà in un bosco non puoi certo chiamare un taxi per farti riportare a casa”.
La Via Vandelli non è per tutti, occorrono animo e gambe, ma sono tanti i cammini più semplici a cui approcciarsi per cimentarsi per la prima volta in un’avventura di questo tipo. Viaggi del corpo e dell’anima per rifiatare e riprendere contatto con se stessi, lontani dal rumoroso e straniante sottofondo in cui siamo immersi quotidianamente.
“Quel che mi manca maggiormente, ogni volta che ritorno a casa, – prosegue Andrea Pedata – sono i ritmi lenti. Prendermi il tempo per ammirare un’alba, un tramonto. La libertà di scegliere quando e dove fermarmi. Tornare ai ritmi concitati della città è sempre dura”.
Affrontare un cammino a piedi in solitaria è prima di tutto una sfida con se stessi, “si impara a bastarsi, a fare i conti con i propri limiti e le proprie potenzialità. Ci si ascolta. Penso che la solitudine sia un dono, camminare per più giorni in silenzio nei boschi è il regalo più bello che potessi farmi. E così le gambe, come i pensieri, giorno dopo giorno, sono diventati sempre più leggeri”.
In perenne movimento, Andrea coltiva nel cuore già un altro desiderio, “cimentarmi nel Cammino di Santiago ad aprile, attraverso tutte e 31 le sue tappe”. E allora, Buen Camino Andrea…
Jessica Bianchi