Parco della Cappuccina: “Il Pd non ci dia lezioni di ecologia”

Duro l’intervento di Gaddi (5 Stelle) in Consiglio Comunale in risposta alla chiusura della Maggioranza circa la necessità di incrementare il numero di piante in Cappuccina: “questo parco agricolo che non produce nulla è utile solo per fare foto da mettere su Instagram. In una città inquinata come la nostra scegliere di realizzare un parco agricolo e non un bosco è una follia. Servono più alberi in Cappuccina come nel resto di Carpi per filtrare inquinanti come le polveri sottili. Parlare di bellezza o liberare delle farfalle, in pieno stile Salvini, non serve a nulla: è prioritario fare la nostra parte per contenere gli effetti del cambiamento climatico e tutelare la salute pubblica. L’ambiente non è arredo urbano e non accetto lezioni di ecologia dal Pd. In questi anni avete dimostrato con una cementificazione selvaggia di andare nella direzione opposta, speriamo se ne rendano conto anche i cittadini quando sarà ora”.

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La punta agli spilli. Si potrebbe riassumere così la discussione in Consiglio Comunale del 30 ottobre relativamente alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle nella quale i consiglieri Eros Gaddi Monica Medici domandavano di ritarare il progetto del Parco della Cappuccina, facendone un “parco urbano”, attraverso “la piantumazione di almeno 300 piante”. Tra i punti presentati, i 5 Stelle chiedevano poi di “pianificare entro il 2030 la creazione di boschi anche in convenzione con i privati selezionando specie vegetali capaci di ridurre in modo significativo anidride carbonica e polveri sottili” e di “trovare le risorse per implementare il personale addetto alla manutenzione dei giardini e dei parchi comunali”. Una serie di punti, battezzata dal capogruppo Pd, Maurizio Maio, “un inaccettabile potpourri”. La Maggioranza, come al solito compatta, si è quindi lanciata – imbeccata peraltro dall’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che aveva definito la mozione “svilente nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione del parco”, – in una strenua difesa del progetto, attaccando i consiglieri 5 stelle per la forma con cui avevano stilato il documento. “Questo non è un progetto della Giunta – ha sottolineo un piccato Righi –  si è sviluppato su propulsione della Consulta ambiente e la delibera con cui si dava mandato all’Amministrazione di indire un concorso di progettazione pubblico è stato approvato dal Consiglio, Movimento 5 stelle compreso. Un concorso che ora denigrate. Ha vinto il progetto ritenuto migliore da una giuria di esperti: che senso ha, se non vi piace il risultato, dare uno schiaffo in faccia alle istituzioni chiedendo di ricominciare tutto daccapo? Oggi qui si calpesta il valore del percorso fatto”. 

L’oggetto della mozione, ovvero Progetto per un vero e nuovo Parco Cappuccina, “di fatto rinnega ciò che è stato fatto. Un vero e proprio parco c’è già – attacca Stefania Campioli (Gruppo Partito democratico – Carpi 2.0) – è stato inaugurato e oggi viene largamente frequentato. Sul fronte contenuti poi non è stata compresa la finalità di un progetto che doveva creare connessioni con le aree verdi già esistenti”.

Un parco a cui “occorre dare tempo per crescere”, dal “grande valore sotto il profilo della biodiversità” sono state le argomentazioni più frequenti presentate dai consiglieri di Maggioranza. “Io amo molto il Parco della Cappuccina. Il prato è bello – ha commentato Chiara Obici (Gruppo Partito democratico – Carpi 2.0) – vedi gli insetti, fondamentali per l’impollinazione e la vita. Intorno c’è tanto verde: insomma lasciamoli crescere questi alberi”. 

Anna Colli (Carpi Futura) ha poi tentato di riportare la discussione in careggiata ribadendo come questo “spazio verde abbia un enorme potenziale che deve però ancora esprimersi appieno” e che “qualche albero in più lungo i muri del cimitero e a ridosso delle aree boscate presenti” sarebbe auspicabile. “La Cappuccina non è un progetto finito ma in costruzione”.

Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato due emendamenti, accolti dai 5 Stelle, per cercare di indirizzare l’attenzione della Maggioranza al nodo centrale della Mozione, ovvero la “trasformazione del parco agrario in un vero parco urbano” e di “coinvolgere per la creazione di boschi anche privati e associazioni selezionando le specie idonee al nostro territorio e clima pianura padana”. Una scelta fatta per “non darvi più alcuna scusa. Alla luce di questi emendamenti infatti – ha chiarito Federica Boccaletti (Fratelli d’Italia) – la mozione chiede una cosa semplicissima: implementare il numero di alberi nel parco. Mi domando il perchè di tanta resistenza nei confronti di tale possibilità…”. Un progetto non è inciso sulla pietra, “può essere integrato. Così come avete ascoltato i cittadini che chiedevano più luci e fontane, elementi che peraltro installerete, non vedo perchè non dovreste prestare ascolto a una mozione che porta spunti interessanti”, ha aggiunto Giulio Bonzanini (Lega).

A dargli man forte anche Michele Pescetelli (Carpi Futura): “qualunque cittadino vi dirà che quell’area merita una maggiore dotazione arborea. Sviluppare ed evolvere quel progetto è un atto di assoluto buon senso e non significa snaturarlo. A volte è necessario prendere il toro per le corna: vogliamo più alberi? Non vi sono infinite aree a disposizione a me questa sembra una buona proposta su cui riflettere”. 

La discussione però non è andata oltre “la forma”: “quando si fa una mozione – ha perfettamente sintetizzato Andrea Bizzarri (Gruppo Partito democratico – Carpi 2.0) – e si vuole venga approvata dalla maggioranza servono delle premesse accettabili. Non basta fare delle variazioni al dispositivo finale. Io non capisco per quale motivo abbiate approvato in questo consiglio un percorso partecipato e ora lo calpestiate. Come possiamo approvare una mozione che dice di rifare ciò che già stiamo facendo? Certo vi sono spunti interessanti ma tutti insieme sono un minestrone privo di senso”.

Un testo della mozione che il capogruppo Pd, Maio, ha più volte definito “sgradevole e inaccettabile” così come le “argomentazioni presentate in modo altrettanto sgradevole. Consigliere Gaddi abbia rispetto per quello che si sta facendo. Se vuole criticare lo faccia pure ma non in modo così grezzo. Prati e arbusti hanno la medesima valenza degli alberi per quanto riguarda la mitigazione climatica, lo dicono gli studi. Noi  rivendichiamo il progetto della Cappuccina e il percorso fatto. Noi voteremo contro la mozione anche così emendata”.

Duro l’intervento di Gaddi: “questo parco agricolo che non produce nulla è utile solo per fare foto da mettere su Instagram. In una città inquinata come la nostra scegliere di realizzare un parco agricolo e non un bosco è una follia. Servono più alberi in Cappuccina come nel resto di Carpi per filtrare inquinanti come le polveri sottili. Parlare di bellezza o liberare delle farfalle, in pieno stile Salvini, non serve a nulla: è prioritario fare la nostra parte per contenere gli effetti del cambiamento climatico e tutelare la salute pubblica. L’ambiente non è arredo urbano e non accetto lezioni di ecologia dal Pd. In questi anni avete dimostrato con una cementificazione selvaggia di andare nella direzione opposta, speriamo se ne rendano conto anche i cittadini quando sarà ora”.

Aldilà di come è scritta la mozione, ha concluso Monica Medici, “una cosa resta ed è inoppugnabile: Carpi non ha bisogno di un parco agrario ma di un parco urbano con più piante possibili. Della Cappuccina abbiamo sperimentato pregi e difetti non capisco perchè non vogliate implementarne il numero di alberi. Carpi è al 33esimo posto in Europa per polveri sottili e ogni anno sono 81 i defunti che nella nostra città sono classificati come morti evitabili. Proviamo a piantarli questi alberi e se da 81 le morti evitabili al prossimo report saranno 78 sarebbe già una vittoria”.

L’esito della votazione è scontato: il partitone vota compatto e la mozione è bocciata nonostante tutta l’Opposizione fosse favorevole non certo a dare un colpo di spugna a un progetto già in essere ma, semplicemente, a renderlo ancor più gradevole, fresco, ombroso e resiliente. 

Jessica Bianchi 

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